Eppure, non chiedo molto.
Chiedo solo di veder dare un taglio alle piccole e grandi ipocrisie di sempre.
Di non vedere più in giro gente che sbraita pubblicamente contro l'autopromozione... per farsi autopromozione. Che grida a gran voce contro gli "acchiappalike"... per acchiappare più like. Chi condanna il marketing... perché non riesce a ottenere soldi e successo. Che inveisce contro chi cerca visibilità mediatica... dall'alto di profili social con decine e decine di migliaia di followers. Che condanna chi farebbe di tutto per conservare il proprio privilegio... quando è palese che gareggia per rubargli quel privilegio.
Savonarola fu una "rockstar" del proprio tempo e un leader carismatico. Si fece dare ascolto soprattutto grazie al proprio modo di porsi e alla sua personalità. Come ci riuscì? Predicando contro chi era già affermato.
Oggi non è diverso.
Recitare la parte degli "arrabbiati", degli "irriducibili", dei "combattenti contro carrierismo e privilegio" è un modo assai subdolo di mettersi in vetrina. Anche gli scontenti per partito preso e i frustrati cronici sono una fascia di pubblico e una nicchia di mercato. E sanno dare grandi soddisfazioni. Sono una base talmente nutrita da poter sollevare i propri "portavoce" ad altezze inimmaginabili.
O forse non voglio nemmeno questo - nemmeno lo stop alla più raffinata delle ipocrisie mediatiche. Perché, in fondo, mi diverte vedere i Savonarola 2.0 e chi casca nella loro rete. In fondo, mankind just wants to have fun. Possibilmente in modo perverso.
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