Non so se ci abbiate fatto caso... I commenti di hating più protervi e supponenti sui social media vengono sempre da profili che avranno sì e no un seguito di sei o sette persone, senza contenuti (o quasi) e senza un'identità reale riconoscibile.
In parte, questo è sicuramente dovuto alla vigliaccheria che contraddistingue questa gente, certo. Ma c'è di più.
C'è un vuoto reale.
Quella storia per cui "l'apparenza è vuota, conta di più quel che non si vede, ecc." è esattamente alla pari di luoghi comuni come "i soldi non fanno la felicità", o "donna baffuta sempre piaciuta", o "chi s'accontenta gode". Pietose foglie di fico male atte a nascondere la frustrazione.
Bisogna proprio dirlo?
Dobbiamo proprio dire questa cosa tremenda, che voi haters temete più d'ogni altra cosa?
Se non si mette niente in vetrina è perché non si ha niente da offrire.
In un contesto storico-culturale che consente a chiunque di avere un pubblico, le persone povere di idee, entusiasmo e risorse si trovando più che mai al brutale confronto con la verità: non hanno mezzi per partecipare al gioco.
Sono loro a sentire di non valere nulla. Sono loro a sentire il peso di una "mancata immagine".
E cosa fanno? Lavorano su se stesse per avere di che essere fiere? Per avere una vita più soddisfacente?
Ma no, per carità. Sarebbe troppo maturo. Richiede quella ricchezza interiore che millantano senza averla.
Così, fanno l'unica cosa in cui credono di riuscire bene: attaccare l'immagine del prossimo.
Peccato che sputare verso il cielo significhi sputarsi in faccia.
I vostri commenti acidi e senza volto non intaccano una briciola della creatività e dell'entusiasmo altrui. In compenso, sottolineano quella vostra povertà di spirito, quel vostro vuoto esistenziale che tanto vi pesa.
E vi peserà ancor più, per conto mio. Perché il comportamento meschino è una scelta e va pagata cara.
Finché non vi deciderete a crescere e a farvi una vita, lottando con quel che avete, come tutti noi.
Buon vuoto e buon odio, miei cari. Godeteveli: sono tutti vostri.
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