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Chiaroscuri


Sono εἰδύλλια le liriche di Alessandro Castagna. Sono “quadretti” in un senso che abbandona l’impronta bucolica, per farsi, piuttosto, composizioni di sensazioni e pensieri. Per sottolineare la sinestesia sottesa a tutta la raccolta, quest’ultima si apre con una partitura musicale. Un allegretto in battute da 3/8, da eseguire piano.
            La galleria è scandita in cinque sezioni: “Chiaroscuri” (l’eponima); “Acquerelli”; “Distanze”; “Rinascite”; “Fuochi”. A presentarle, citazioni da grandi autrici: quasi tutte di lingua inglese, che Castagna insegna. Prevale Emily Dickinson, con la sua vena introspettiva e sospesa fra cielo e terra. I “Chiaroscuri” ritraggono la “banalità del male” così come la percepiva Virginia Woolf: il peso delle giornate “normali” che stillano nell’uomo, fino a invecchiarlo e ucciderlo. Così come fa il tempo “frantumato a ragnatela” (1), in una Sala d’attesa.
            Gli “Acquerelli” sono d’una malinconia più gentile. Protagonisti i paesaggi; il disfacimento è, stavolta, quello del “colore” che “s’abbandona/per nascere in un altro” (2). O di “un passo che muore” e “già ne richiama un altro” (3).
            Le “Distanze” sono tracciate “nelle geografie dell’aria” (4): addii, gesti che riemergono dal lago della memoria, dialoghi mancati.
            Le seguono “Rinascite” che il poeta cerca nelle proprie meditazioni o nel “vento,/con la veste piena di stelle” (Antonia Pozzi). In fondo, l’animo umano è come un Origami, in cui la carta è un “continuo/navigare delle forme -/ il loro disfarsi è già risuscitare” (5).
            I “Fuochi” sono il rogo finale delle parole (non a caso, è la sezione più breve). Rimane il senso d’una presenza impalpabile. Come quella di Puck, lo spiritello shakespeariano di A Midsummer Night’s Dream: “spesso quanto l’aria,/sul fondo di una pentola/ che brucia.” (6)
 
 
Alessandro Castagna, Chiaroscuri, (“AltreScritture”), prefazione di Stefano Maldini, Novi Ligure (AL), 2011, puntoacapo.
 
 
 
 

(1)    Alessandro Castagna, “Sala d’attesa”, in: Chiaroscuri, (“AltreScritture”), prefazione di Stefano Maldini, Novi Ligure (AL), 2011, puntoacapo, p. 15, v. 5.

(2)    Alessandro Castagna, “Il mio giardino”, in: ibid., p. 22, vv. 8-9.

(3)    Alessandro Castagna, “La luce scaturisce sul sentiero”, in: ibid., p. 23, vv. 10-11.

(4)    Alessandro Castagna, “A mia nonna”, in: ibid., p. 39, v. 7.

(5)    Alessandro Castagna, “Origami”, in: ibid., p. 56, vv. 7-9.

(6)    Alessandro Castagna, “Ripensando a Puck”, in: ibid., p. 64, vv. 4-6.

Commenti

  1. La partitura è quella della "Tempesta" di Beethoven. Quello che mi affascinava in quelle battute era come, cambiando una sola nota all'interno delle quartine, si potesse muovere il significato musicale verso un'altra direzione.
    La tempesta mi sembra un'opera così visiva: sembra di sentire le gocce testarde che cadono a terra- e il musicista che sa cogliere la loro melodia nascosta e variarla!

    RispondiElimina
  2. MA DOVE LO TROVI?

    Ma dove lo trovi un altro come me,
    che s'incanta a leggere dei versi,
    dove lo trovi un altro sognatore
    che le formiche osserva lente andare
    e del bosco assapora suoni e odore?

    Perchè corri a cercarlo in un paese
    che non esiste, ch'è solo nei tuoi sogni,
    egli è vicino a te e ti convince
    sembra ti ignori e invece ti sta presso
    con versi suoi vedo t'ammalia e avvince.

    Anche lui vola come un Peter Pan:
    non vedi la sua tanta fantasia?
    Non cresce mai perchè è un fanciullino;
    vive di sogni, con essi si confonde,
    gioca coi chiaroscuri del mattino.

    Salvatore Armando Santoro
    (Marina di Leuca - 15.12.2014 - 14,18)


    ...posso utilizzare la foto per questa poesia (citando l'autore?)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Salvatore, scusa se ti rispondo solo adesso... Per qualche giorno, non ho potuto connettermi... La foto è stata reperita da me su Internet, ergo dovrebbe essere di pubblico dominio. Non so chi l'abbia realizzata. In ogni caso, grazie per la tua condivisione poetica. :)

      Elimina

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