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Piccole donne: la magia della bambola

bambole furga manerbio
Bambole Furga, fra cui (in secondo piano, a destra)
il bebè Tonino.
Il fascino della bambola sembra valicare tempi e culture. Ha anche un valore terapeutico: la cosiddetta “Doll Therapy” interviene nella cura dell’Alzheimer, catalizzando l’attenzione e i sentimenti dei pazienti su queste piccole donne da accudire. 
            Il “potere della bambola” ha spinto Irene Iampieri a collezionare bambole d’epoca, realizzate da fabbriche italiane non più esistenti. Le reperisce ovunque (nei mercatini, su Internet…). Le trova spesso in condizioni pietose e le sottopone a restauro. La sua collezione di emozioni e storie è stata offerta alla cittadinanza di Manerbio, dal 9 dicembre al 6 gennaio 2019. La collocazione è il salone di rappresentanza del Municipio.
bambola panno lenci
Bambola in panno Lenci
           
mostra bambole vintage manerbio
Tante damigelle, di cui una (in primo piano)
di colore e un'altra (in secondo piano)
pittrice.
Il 9 dicembre 2019, è stata così inaugurata la mostra “La magia della bambola. Mostra di bambole dagli anni ’30 agli anni ‘80”. Essa è un altro passo sul percorso iniziato con la Mostra del Giocattolo Antico. L’inaugurazione ha compreso una conferenza: “La Furga: storia di una fabbrica italiana di bambole”. Essa si trovava a Canneto sull’Oglio e prendeva il nome da una famiglia nobile d’antiche origini. Gianluca Bottarelli, per conto del Gruppo del Giocattolo Storico (Museo Civico di Canneto sull’Oglio), ne ha illustrato la storia. Alla fine dell’ ‘800, Canneto era un paese all’avanguardia: ferrovie, scuole elementari, produzione di energia elettrica. I Furga poterono beneficiare di tutto questo, nell’iniziare un’attività industriale. Cominciarono con le maschere carnevalesche, non sufficienti però a garantire un rendimento costante. Già nel 1882, dunque, la fabbricazione si estese alle bambole di cera (stearina e gesso). All’inizio del ‘900, il cambio di gusto generale fece optare per il biscuit in luogo della cera: ciò significò importare teste di bambola dalla Germania. Già nel 1922, però, la Furga era in grado di fabbricarle da sé, avvalendosi comunque di uno scultore tedesco: Walter Schrejer. Queste bambole erano di lusso, vestite con abitini a balze, di cotone e organza. Più economiche quelle prodotte negli anni ’30, in cartapesta. Bisognava affrontare la concorrenza della famosa Lenci e delle sue bambole in feltro. La Furga, su licenza di Walt Disney, produsse anche giocattoli ispirati ai celebri film d’animazione. 
            Dopo la Seconda Guerra Mondiale, prevalsero le materie plastiche. I vestiti delle bambole cominciarono a ispirarsi alla moda americana. Tina Colombo fu creatrice di abiti per la Furga, dalla fine degli anni ’50. Tra gli scultori dei volti, bisogna invece ricordare Dina Velluti e Fulgido Arpaia. Particolarmente ardita era l’espressività facciale del bebè Tonino (1955), che “chiedeva la pappa”: al posto degli occhi, aveva solo due fessure incurvate. Negli anni ’50, la Furga esportava in 111 Paesi.
            Naturalmente, essa è ampissimamente rappresentata, nella mostra manerbiese. Ma ci sono anche la Sebino, la Lenci, la Migliorati, la Ratti, la Italocremona, la Mattel e l’Ideal. È esposta anche Lisa, una piccola bellezza in porcellana di Capodimonte. Del primo ‘900, sono presenti due pezzi Armande Marseille (Germania). Fra i molti prodotti firmati Furga, vanno ricordate “Le bambole amiche” modellate da Arpaia nel 1965: Susanna, Simona, Sheila, Sylvia.
           
bambole vintage armande marseille e unis france manerbio
Sul divanetto: bambole tedesche Armande Marseille
e una Unis France.
La collezione di Irene è ampia e varia. Troviamo piccoli nei grembiulini scolastici, bebè, massaie, personaggi delle fiabe e della letteratura per l’infanzia, piccole monelle, bambole meccaniche o che “imparano a parlare”, damigelle dalla pelle scura o piccole sosia di Shirley Temple, sorridenti, capricciose. Una di esse era anche in grado di camminare al ritmo della beatbox di Hiroshi Lazzaroni, esibitosi per all’inaugurazione. Trasformare emozioni e sogni in qualcosa che si può abbracciare: ecco la magia.

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