Passa ai contenuti principali

Le meraviglie della Terra

“Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni; quando lo vivi; quando lo ricordi.” Questo motto campeggiava su un pannello dell’ultima mostra di Fabio Sterza, il fotografo manerbiese che va e torna perennemente dalla “fine del mondo” - o quasi. L’esposizione è stata ospitata nella Sala Mostre del Municipio dal 26 al 28 maggio 2017 ed era intitolata: “Le meraviglie della Terra. America - Islanda: due Paesi uniti da un ponte”. L’ultimo giorno, è intervenuto anche il geologo Mario Benigna, collaboratore dell’Unione Astrofili Provincia di Brescia e responsabile del planetario di Lumezzane. Per poter apprezzare le fotografie di Sterza, stavolta, occorreva infatti un’infarinatura di nozioni quali quella di “faglia”: frattura nella crosta terrestre che mostra un’evidenza di movimento relativo tra le due masse rocciose da essa divise. Le faglie delineano le placche, ovvero i pezzi che compongono la crosta terrestre e che non coincidono con i continenti. Lungo una faglia, avvengono terremoti ed attività vulcaniche. Una di esse attraversa l’Islanda, che si trova così a essere divisa fra la placca nordamericana e quella eurasiatica. Gelida a causa della latitudine, l’isola si trova così anche a essere una terra di eruzioni. Essa è infatti trapassata dalla Dorsale Medio Atlantica, catena vulcanica sottomarina. Oltre al bianco dei ghiacci, le fotografie di Sterza hanno così potuto sottolineare il nero delle rocce nate dalla solidificazione del magma. I suoi scatti riportavano: il promontorio di Dyrhólaey, penisola famosa per un arco di lava solida che s’innalza sul mare; il lago Jökulsárlón, di origine glaciale e ricco di iceberg; la cascata Skógafoss, nota per i suoi arcobaleni, per un leggendario tesoro e per presunte virtù magiche; il monte Kirkjufell; i faraglioni di Vik; un’altra cascata, quella di Bruarfoss, dalle acque intensamente turchesi; la laguna di Stokksnes, dai bellissimi riflessi.
           
Se l’Islanda è il regno del basalto, il Nordamerica è quello dell’arenaria. Anche qui, l’acqua gioca con la roccia, per plasmare le meraviglie della Terra. Il Bryce Canyon, per esempio, è famoso per gli “hoodoos”, i “camini delle fate”: sottilissimi pinnacoli di pietra formati dall’azione erosiva degli agenti atmosferici. Altre guglie rocciose (celebri come icone del West) sono quelle della Monument Valley, pianoro d’origine fluviale. Il Delicate Arch è un arco naturale che costituisce l’attrazione maggiore dell’Arches National Park; i cowboy locali lo chiamavano “la maestrina di Bloomers”. Come altri archi d’arenaria, è formato non da vento e acqua, ma dalla forza di gravità. Essa, infatti, si esercita in modo diseguale sulla roccia. L’azione erosiva degli agenti atmosferici non farebbe altro che evidenziare la struttura latente del blocco.
            L’erosione ha invece creato un’altra meraviglia d’arenaria: l’Antelope Canyon, diviso in “superiore” e “inferiore”. Questo labirinto di rocce ricche di sfumature è caratterizzato dai fasci di luce che colpiscono il suolo, al suo interno. Il famosissimo Grand Canyon è una gola formata dal fiume Colorado, in Arizona settentrionale; le sue rocce documentano quasi due miliardi di anni di storia della Terra.


Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e Victoria, destinati a un matrimonio di convenienza, non è co

"Gomorra": dal libro al film

All’inizio, il buio. Poi, lentamente, sbocciano velenosi fiori di luce: lividi, violenti. Lampade abbronzanti che delineano una figura maschile, immobile espressione di forza.   Così comincia il film Gomorra, di Matteo Garrone (2008), tratto dal celeberrimo libro-inchiesta di Roberto Saviano. L’opera del giornalista prendeva avvio in un porto: un container si apriva per errore, centinaia di corpi ne cadevano. Il rimpatrio clandestino dei defunti cinesi era l’emblema del porto di Napoli come “ombelico del mondo”, dal quale simili traffici partono ed al quale approdano, da ogni angolo del pianeta. Il film di Garrone si apre, invece, in un centro benessere, dove regna un clima di soddisfazione e virile narcisismo. Proprio qui esplode la violenza: tre spari, che interrompono il benessere e, al contempo, sembrano inserirvisi naturalmente, come un’acqua carsica che affiora in un suolo perché sotto vi scorreva da prima. Il tutto sottolineato da una canzone neomelodica italiana: i