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Attenti a Narciso

Diffidate delle persone piene di grandi e belle parole. Di chi sta sempre con la ragione e mai col torto, come cantavano i Nomadi. Di chi ha sempre una bandiera da issare sul pennone; di chi è sempre preoccupato di trovare una battaglia (e mai di cose da comune mortale, come trovare un lavoro). Di coloro che emanano un fumo di superiorità rispetto al genere umano. Che vorrebbero “aiutare il mondo”, come se avessero qualcosa da insegnargli. Sono pericolosissimi.
            Pericolosissimi, in primo luogo, perché non sembrano mai cattivi. E hanno la scusa pronta, anche per giustificare i segnali d’allarme. Infedeli, reticenti, aggressivi… Non importa. Hanno sempre ragione loro. 

            Non si confrontano mai con chi ha forti difese psicologiche. Sarebbe troppo, per il loro ego fragile e gonfio come un soufflé. Arrivano quando sentono l’odore di un animo sensibile e ferito. Un animo ricco di luce da succhiare, pronto a offrirla. Purtroppo.
            Sono bravi, i Narcisi. Sanno sempre dire la parola giusta. Sono gli dei ex machina che ti offrono proprio ciò di cui avevi sete. C’è il veleno, nel vino del loro calice: il veleno della dipendenza psicologica e della perdita di sé. Ma tu non lo sai ancora.
            E, quando lo sai, combattere a viso aperto è tutt’altro che facile. Perché Narciso si difende con gli specchi. Davanti al fatto lampante, ti dice che sei tu a voltare la frittata, o a essere convinto del falso. Persino i tuoi sentimenti feriti e la tua fiducia tradita sarebbero colpa tua. Avresti dovuto essere più maturo, o più forte. Avresti dovuto rifiutare il suo calice, quando morivi di sete. Ti sei lasciato abusare e sei un ingrato, se vuoi salvarti.
            I sentimenti altrui, del resto, sono risibili, per il Narciso. Sono melensaggini, cose da superare, isterismi. Al massimo, sono appigli per attirarti sulla strada decisa da lui. Ma che non ti salti in testa di viverli e farli valere. Il tuo angelo custode diventerebbe un diavolo. Questo tipo di persona, d’altronde, è adusa a sbalzi di tal genere. Una scalfittura al suo ego scatena, come minimo, una scenata. Subito dopo, riprende a portarti in palma di mano: Bel giocattolino mio, non mi scontenterai più, vero?
            Non puoi sperare in tribunali e medici. Perché nessun manuale registra il Narciso come malato. E, al vostro gioco perverso, eri consenziente.

Anche dopo che, a fatica, avrai troncato il rapporto, resteranno i semi del suo veleno. Magari, con la beffa di Narciso che, ogni tanto, si ripresenta come se non fosse successo niente. Perché, per lui, non è successo niente.

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