Passa ai contenuti principali

La vergine di ferro - II,2

Parte II: Il Cigno Bianco e il Cigno Nero



2.

Qualcuno suonò alla porta. 

«Vado io!» disse Amedeo, alzandosi dal tavolino del cucinotto. «Anzi, Nilde, è meglio se tu vai a nasconderti in camera… Finché nessuno saprà che sei ancora viva, sarà meglio non farti vedere in giro». Lei gli rispose con un cenno d’assenso ed eseguì.
            Alla porta, c’era una ragazza dai grandi occhi chiari, ombreggiati da lunghe ciglia e pieni di un lume infantile. Portava i capelli biondi raccolti in uno chignon e indossava un abito candido ornato di finte piume. Al polso, le tintinnavano braccialetti argentei ornati da pendenti a forma di cigno.
            «Ciao, Amedeo!» disse al ragazzo, con un sorriso entusiasta. «Domani pomeriggio, ti andrebbe di andare a visitare il Labirinto nella chiesa di S. Michele Maggiore?»
            «Mi dispiace, Isabella, ma sono già andato a vederlo» le rispose cortesemente lui. «Grazie dell’invito.»
«Di niente!» ricambiò lei e se ne andò, facendo tintinnare i braccialetti nel cenno di saluto.
«Ecco, quella era proprio una che non avrebbe dovuto sapere niente di te» chiosò Amedeo a Nilde, non appena ebbe richiuso la porta. «Era Isabella, una che ha cercato più volte di farmi iscrivere ai corsi di mnemotecnica di tuo zio. È buona come il pane, ma un po’ troppo ingenua… e, soprattutto, infatuata persa di tuo zio, per l’appunto».
Nilde si rabbuiò. All’amico, sembrò che lei stesse per dire qualcosa. Ma, poi, lei tornò al tavolo della colazione senza aprir bocca.

[Continua]


Pubblicato su Uqbar Love, N. 151 (24 settembre 2015), p. 46.

Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e Victoria, destinati a un matrimonio di convenienza, non è co

Il Cimitero di Manerbio: cittadini fino all'ultimo

Con l'autunno, è arrivato anche il momento di ricordare l' "autunno della vita" e chi gli è andato incontro: i nostri cari defunti. Perché non parlare della storia del nostro Cimitero , che presto molti manerbiesi andranno a visitare?  Ovviamente, il luogo di sepoltura non è sempre stato là dove si trova oggi, né ha sempre avuto le stesse caratteristiche. Fino al 1817, il camposanto di Manerbio era adiacente al lato settentrionale della chiesa parrocchiale , fra la casa del curato di S. Vincenzo e la strada provinciale. Era un'usanza di origine medievale, che voleva le tombe affiancate ai luoghi sacri, quando non addirittura all'interno di essi. Magari sotto l'altare, se si trattava di defunti in odore di santità. Era un modo per onorare coloro che ormai "erano con Dio" e degni a loro volta di una forma di venerazione. Per costituire questo camposanto, era stato acquistato un terreno privato ed era stata occupata anche una parte del terraglio