Poemetto
eroitragicomico sull’assedio dell’Ordine goliardico del Labirinto
al Collegio Cairoli di
Pavia
(23 aprile 2013)
Stanca è la Diva di cantare l’ire,
l’arme, gli amori e siffatte boiate,
poiché spesso barbati di Morfeo
alunni la tediarono grattando
le corde a mendicar
balordi allori.
Dissemi dunque, quand’io la evocai
suonando alla porta numero sette:
“Ancor le chiome ho nella spugna avvolte
e sul fornello vivanda fumante:
trova tu –te ‘l
concedo- la materia
al canto, che nova sia e immortale.”
Si faccian da parte Achille bilioso,
quel ribaldo d’Ulisse e il pio Enea
che in dubbie crociere il tempo consuma;
vada Orlando col senno
sulla luna
e si tenga Goffredo i santi segni.
La vera Troia per cui si soffrì
è sul Ticin e da esso ha nome;
quali uccelli dal disio chiamati,
quivi s’adunano molti
studenti,
de’ quali il fior fiore ha lunghi mantelli
e acuto berretto rivolto all’insù.
Or mi soccorrano i lor santi numi,
spirando ciò ch’è ignoto alla Diva
falsa e bugiarda de’
gravi poeti:
mi dia Bacco in parole l’ardire,
Tabacco innalzi il mio canto qual fumo
e Vener prepari infine il ristoro.
Loro mi narrino come si giunse
del
Collegio Cairoli al duro assedio...
Il poemetto completo è scaricabile gratuitamente da qui.
Commenti
Posta un commento
Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.