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Il mal di Culagna



IL MAL DI CULAGNA
di Angelico Mazzanti

Il multisala Arlecchino di Culagna ha chiuso i battenti. Un fallimento annunciato: da anni, scarseggiavano gli spettatori, benché il cartellone proponesse capolavori come Pinca e Pallino o Il naso rosso, col grande comico Clownio Risio. Davanti a questo, una domanda s’impone: dov’erano finiti gli studenti universitari? È presto detto. Poco si curano della settima arte. Preferiscono spendere 10 euro per una scatola di pasta o una dozzina d’uova, piuttosto che per il biglietto. In questi anni – come al loro solito- hanno protestato e supplicato il Comune di fare attenzione al problema; ma al cinema non si son fatti vedere, se non durante rassegne e cineforum per intellettualoidi.
            Si nota bene la loro presenza altrove, invece. La spumeggiante movida di Culagna impazza ben una volta alla settimana, nel Corso Antico. Quella sera, tre locali restano aperti fino alle 20:30. Ognuno di essi accoglie almeno 15 avventori –ovviamente, quasi tutti studenti. A volte, si aggiungono concerti di gruppi giovanili notissimi, come i Chicken Pie o i Vehículo Longo: tutti, rigorosamente, sorti nelle vicinanze di Culagna.
            La movida sfrenata comporta elevati costi annui, per la nettezza urbana: 500 euro contro i 200 000 che la movida immette nel circolo dell’economia locale. Ricorderete la carta di caramella rinvenuta vicino al monumento ad Annibale Asdrubaloni. Il portavoce di un’associazione studentesca ha osato dire che il problema sarebbe legato alla scarsità di raccoglitori per l’immondizia. Palese menzogna, dato che il Comune ne ha elargito ben uno al chilometro. Ci auguriamo che la polizia municipale e i cittadini stessi rimettano in riga la canaglia universitaria, che a buon diritto definiamo “mal di Culagna”.
 

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