Bentornata Claudia. Ma può ancora un punto stabile nel mondo sortire un senso di trasporto?
Cosa c’è di stabile nel mondo? Credo
proprio nulla. Tutto è in continuo divenire, di conseguenza è estremamene
difficile che si possa affermare che qualcosa possa causare un senso di
trasporto.
Un giallo non può proprio fare a meno dell’attualità?
Dipende in quale periodo storico lo
scrittore lo voglia ambientare. Se la narrazione è ambientata nel Novecento,
non può essere attuale ma conforme al periodo storico al quale si riferisce.
Come si evita che un giallo diventi un mattone?
Se diventa un mattone, allora non è
un giallo. La differenza che c’è, tra una narrazione generica e un giallo, sta
proprio nell’azione.
La funzione mediatica agevola o complica la risoluzione di un
giallo?
Sempre s’è ambientato nel periodo
storico che stiamo vivendo, lo scrittore può usufruire nella narrazione di
tutti gli strumenti mediatici di cui noi oggi possiamo usufruire. A volte sono
proprio questi strumenti che portano alla risoluzione del caso.
Il protagonista di un
racconto riesce a catturare il lettore anche con le manie di protagonismo?
Ti è capitato o ti capiterà di
soffermarti senza darlo a vedere su un personaggio secondario, a tal punto da
promuoverlo e costruirgli intorno un nuovo racconto?
Nei miei romanzi c’è sempre più di
una storia nella storia, perché gli stessi personaggi prendono vita da
soli.
Come rilevi una deriva surreale scrivendo, sei mai riuscita a
tramutarla in incipit suggestionale?
Alcuni dei miei personaggi,
specialmente nei gialli, vivono questo stato che di conseguenza condiziona
l’individuo.
Per cogliere
l’ispirazione serve prima o poi una scrittura a più mani e pur sempre fedele a
un dato genere letterario?
Assolutamente no. Nel caso del
romanzo a quattro mani, prima operazione letteraria in assoluto è far
convergere due personaggi diversi nella stessa storia. L’ispirazione non
c’entra.
Succede di scrivere anche perché molte letture non
soddisfano?
Nella letteratura contemporanea, ci
sono testi che incontrano il gusto dei lettori e altri no. Ogni scrittore ha le
sue tematiche e il suo stile di scrittura che si augura incontri il gusto della
maggioranza dei lettori. Per tutto il resto, lo scrittore non se ne cura.
La protagonista di questa saga
riabbraccia la propria residenza, sita in una delle più rinomate città dell’Australia;
intenta però a comprendere quel che cela la società finanziaria alla quale ha
contribuito notevolmente.
Quest’ultimo le starà vicino nel corso di una dura preparazione per combattere coloro che le vogliono male, che si terrà in Medioriente; oltre a consigliarle per il meglio a ogni momento in cui il giallo le risulterà insormontabile, dovendo per forza di eventi ridestarsi da troppe angosce private a tambur battente.
Trattasi della continuazione di una
storia in tre atti, composta da Claudia Filippini ma stavolta assieme a Bryan
Torrigiani, che rilancia un soggetto per principio da lui creato qual è Diego
Neri coinvolgendolo nella gravame esistenziale di Miriam Ricciardi… a
dimostrazione di come due trame letterarie possano fondersi sancendo la
brillantezza di due autori differenti, cosa che di certo non accade di
frequente.
Intervista e recensione a cura di Vincenzo Calò
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