Michela si presenta ai lettori trentaseienne, con una mente a soqquadro in gran
percentuale volendo essere categorici… ma che ha reso argomento cardine per i
suoi scritti, spiegando quant’è dura nobilitarsi cognitivamente, riprendere dei
pensieri che latitano di continuo in corto circuito, per riassaporare
l’ordinarietà degli eventi di una vita.
Vale
eccome chiedersi di che tratta appunto lo stare in carreggiata, se lo
squilibrio può avere un senso per l’animo umano, e se quest’ultimo lo sappiamo
veramente identificare, e cioè distinguendo il soggetto per così dire schizzato
da quello che si ritrova in buone condizioni di salute elaborando osservazioni
tra le quali alla Gallo ne spunta una, illuminante: sospettare unicamente del
proprio essere significa considerarsi speciali.
Aprendo l’opera di Michela, il lettore si potrà soffermare tra tre impostazioni letterarie:
nella prima (The Word Of Psycho) lei
verseggia tutto ciò che ha nella testa; nella seconda (Per La Società Dei Sani) la parola, armonizzante ma più libera
stilisticamente, invita la gente oggettivamente ragionevole a guardarsi dentro;
nella terza (La Cura), l’autrice
infine sembra che riesca a trovare la soluzione per la psiche, deliziando,
creando della comunicazione con una persona fidata benché irreale, giacché
bisognosa di non cadere nel vuoto… e qui la Gallo ci tiene a ringraziare chi o
cosa le sta vicino in un modo o nell’altro, rilucida un’indole poetica.
Sfogliando
le sue pagine, vibra il desiderio di sconfiggere lo stereotipo circa coloro che
vengono bollati come pazzi in definitiva, negativamente.
La
scrittrice emergente in questione è originaria del cosentino, il 20 novembre
compirà 37 anni.
Ha
sofferto da ragazzina fino a dopo i vent’anni un tempo trascorrendolo dentro un
ritrovo per i cosiddetti “fuori di testa”, oscuro, sfavorevole per le tipiche
prime esperienze.
Ma
nel 2015 finalmente si convince e sceglie di raccogliere le proprie emozioni senza
più dover dare conto agli altri, bussando alla porta dello studio di un medico
specializzato, che la sosterrà volendole bene… e difatti adesso Michela Gallo
ha un’occupazione, pur provata da un lutto strettissimo intende non fermarsi, assolutamente:
le aspetta quel domani a cui dare la forma.
Vincenzo Calò
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