Lucia Aresi |
Giovanna
Cremaschini ha proposto Gli Arcangeli: tre rappresentazioni astratte
coloratissime, realizzate con collage di diversi materiali e con inserti
metallizzati. Prevalgono i cerchi e le linee curve; l’astrattezza, privando i
soggetti della materialità, suggerisce la loro natura spirituale.
Di Zefirino Buono è invece Un
germoglio spunta dal tronco di Jesse. Il titolo, ovviamente, è una famosa
citazione dal Libro di Isaia (11,1). Jesse, padre del re Davide, è l’antenato
di tutti i re di Giuda, nonché del Messia. La profezia di Isaia viene
comunemente riferita alla nascita di Cristo. Buono l’ha rappresentata con un
collage di juta su tela: un albero dalle fattezze umanoidi.
Si vira invece verso la metafisica
alla De Chirico con Infinity di Enrico Trementini: un paesaggio urbano al
chiaro di luna, composto interamente di perfette forme solide (sfere,
parallelepipedi, piramidi). Il biancore e l’astratta nitidezza dei volumi
descrivono una sorta di mondo delle Idee, eterno perché puramente concettuale,
sottratto al peso della materia.
Apertamente legato al tema è invece
il Dies Natalis di Luciano Baiguera: un’icona della Madonna col Bambino,
affiancata però a due fotografie di un uomo che percorre il viale alberato
davanti alla stazione di Manerbio decorato da bandiere tricolori. Un’allusione
a una doppia Natività, quella di Cristo e quella della Repubblica Italiana?
Ancor più chiaro è il Rallegratevi di Matteo Brognoli: una scultura rappresentante la Sacra Famiglia come un
monolite. La base reca scritte in greco, la lingua dei Vangeli.
Cristina Brognoli ha invece
rappresentato Maria Fanciulla e le sue 12 stelle. Il riferimento, ancora una
volta, è biblico: Apocalisse 12, 1 ss. L’episodio è quello della donna vestita
di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle. Non ha
nome, ma è alquanto evidente che suo figlio è Cristo: da cui l’abituale
identificazione con la Madonna. Qui, lei è rappresentata poco più che bambina,
candida ed eterea, mentre si leva verso il cielo.
All’astrattismo
si torna con Lorena Lamagni e il suo Multiverso: nove mandala disposti in quadrato. Rappresentano probabilmente la varietà delle cose esistenti (le
diverse colorazioni dei mandala) nella perfezione dell’universo che le
ricomprende tutte (il quadrato, i cerchi, il numero 9 di dantesca memoria).
Davide Rossini |
Fabiana Brognoli, con maggiore immediatezza, raffigura cosa significhi Essere un Essere #01. Il suo collage su fondo dorato mostra una Madonna con Bambino, sotto il cui manto sono raccolte figure umane provenienti da tutto il mondo.
Fabio Sterza ha fotografato Piazza
Loggia decorata dalle luminarie natalizie, Carlo Monterenzi una capanna del
presepio realizzata con cioccolato e cioccolatini (Presepe 2021). Mauro
Zilioli, nel suo Una stella a mezzanotte, ha raffigurato proprio la pieve
manerbiese vista dall’alto, coi fedeli che vanno ad assistere alla Messa di
mezzanotte. Classico e aggraziatissimo è l’acquerello di Lucia Aresi,
rappresentante la Madonna col Bambino.
Toni
gioiosi da cartolina natalizia sono invece stati scelti da Davide Rossini. La
vera sorpresa, infine, è quella di Isabella Baiguera: un suo breve fumetto
racconta un’Annunciazione “noir”. Gabriele rompe i vetri della finestra. Trova
una Maria sfatta, con una sigaretta fra le labbra, probabilmente di umore suicida
(visto che ha una pistola). Proprio a lui stava pensando la ragazza:
all’arcangelo che, con nonchalance, si toglie schegge di vetro da un occhio,
mentre si prepara ad annunciarle che una nuova vita è possibile. Diversi volti
del Natale e del sacro e nessuno di essi è scontato o dolciastro. La mostra
colpisce e (quasi) conduce l’osservatore verso dimensioni “altre”.
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