La mostra collettiva “In Essere”, ospitata dal Bar Borgomella di Manerbio, è
arrivata alla terza esposizione. Stavolta, bisogna stupirsi davanti al
capolavoro di semplice e domestica audacia realizzato da Fabio Sterza.
Quest’ultimo è noto ai manerbiesi come fotografo viaggiatore innamorato della Norvegia. Dal 2012, insegue le aurore boreali, senza trascurare albe e tramonti scandinavi. Nel 2016 e nel 2017, ha realizzato due mostre personali presso una sala messa a disposizione dal Comune. Nell’ottobre 2017, è entrato a far parte del Gruppo Fotografico Lenese.
Dal 5 al 18 dicembre, però, non ha
proposto i suoi scatti di viaggio – anche se il pubblico poteva sfogliare un
album dedicato alla Norvegia. È stata la volta dei suoi esperimenti di
macrofotografia, ovvero rappresentazioni di soggetti piccolissimi ingranditi e
studiati nel dettaglio grazie a un particolare obiettivo. Durante il lockdown,
le occasioni di visitare luoghi lontani e immortalare paesaggi erano
praticamente nulle: ecco dunque che il fotografo viaggiatore ha deciso di
esplorare l’infinitamente piccolo. Ha scelto un soggetto mutevole e
sorprendente come l’aurora boreale, ma assai più a portata di mano: l’acqua.
Dapprima, si è “armato” di un
sacchetto forato; poi, è stata la volta di una flebo da ospedale. Ha potuto
osare ancora di più quando si è procurato un “drop controller”, ovvero uno
strumento elettronico per controllare la caduta delle suddette gocce. Ha potuto
così studiare e immortalare la caduta delle gocce d’acqua e i suoi
imprevedibili risultati. Il liquido, ovviamente, era mescolato con addensanti e
tinto con tempere o coloranti alimentari. Per il resto, Sterza si è armato di
fantasia e pazienza. La vera sfida consiste nel “cogliere l’attimo”, anzi: il
millesimo di secondo. Anche la luce è fondamentale: bisogna saper posizionare
il flash in modo opportuno. In alcuni casi, sono state impiegate basi di
plexiglas o vetro.
Lo sfondo è stato creato con flash colorati da filtri, quando non era semplicemente nero o bianco.
I
risultati lasciano senza fiato. A volte, una goccia che cade in un bacino e
crea cerchi concentrici assume la concretezza del metallo. In altri casi, un
girasole si ripete perfetto nelle gocciole sparse lungo un filo d’erba. In
altri ancora, l’acqua assume forme fantastiche, di meduse o damigelle… o
qualsiasi altra cosa la fantasia voglia suggerire. Il viaggio
nell’infinitamente piccolo non ha confini. Proprio tra le macrofotografie di
Sterza è stata scelta l’immagine di locandina che presenta “In Essere”.
Le prossime “puntate” della mostra
vedranno un’esposizione a tema natalizio, poi i lavori di Mauro Zilioli.
Impossibile fare anticipazioni… Quel che è certo è che le sorprese non sono
finite.
Commenti
Posta un commento
Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.