Ah, Didone, Didone…! Un tempo, mi rispecchiavo in te, sai? Ora, vuoi per l’età che avanza, vuoi per qualche cucchiaio di m***a che ho trangugiato in più, il mio punto di vista su di te è alquanto mutato. Insomma, per dirla con ironia: non sei più un mito.
Parliamone.
Morto il marito (il tuo primissimo uomo, pare) giuri di non mettere altri al
suo posto. Già da lì, si vedono l’immaturità delle tue emozioni e il tuo scarso realismo in amore, che ti fanno prendere per assoluto ciò che non è.
Poi,
arriva Enea, che nemmeno conosci e che sai essere solo di passaggio. Basta che
lui sappia raccontare la propria vita con parole di miele e tu… puf, innamorata
come una ragazzina. Tutta la tua esperienza di regina profuga e circondata da
nemici non ti ha minimamente scaltrita, a quanto pare.
Con
tutti i pensieri che hai, con Cartagine in costruzione, con una gioventù da far
esercitare nelle armi… tu ti fai assorbire da una sola ossessione: il tuo
bello. Ti appiccichi, gli stai alle costole. Quando non puoi farlo con lui, ti
butti su suo figlio. Questo si chiama stalking,
Didy.
In
tutto questo, il caro Enea non muove un dito. Nessuno può accusarlo di averti
raggirata o sedotta. Ti vede come la regina del posto e la sua rispettabile
anfitrionessa: basta. Fosse piaciuto
agli dei che tu fossi stata altrettanto lucida…
Invece,
durante la tempesta vi ha colti durante una battuta di caccia, tu hai casualmente trovato riparo assieme a
lui. E scommetterei il mio fegato sul fatto che sia stata tu a saltargli
addosso per prima, al riparo di quella grotta.
Certo,
questo non giustifica il modo vigliacco con cui Enea ha cercato di svignarsela
da te. Invece di dirti chiaro e tondo che la sua strada nella vita non è
compatibile con la tua, ha preparato le navi di nascosto. Quando gli chiedi
conto del suo comportamento, lui ti dà una risposta spiazzante: in fondo, non
ti ha mai parlato di nozze; la sua patria è un’altra e tu dovresti capirlo in
nome del tuo stesso amore per Cartagine. Beh, Enea è un capolavoro di faccia di
bronzo, inutile negarlo. Peccato, però, che le sue parole siano assai più
sensate delle tue aspettative. È arrivato da te come ospite disperato, non
perché innamorato. La sua meta finale, fin dall’inizio, non era Cartagine. Lo
sapevi, dannazione. Come ti è potuto saltare in mente che sarebbe andata in altro
modo?
Peraltro,
non si può biasimare Enea perché ha deciso finalmente di andarsene e trovarsi
una principessa latina. La vostra era la classica relazione insana:
monomaniaca, asfittica, che non lasciava energie per altri aspetti della vita.
Se Virgilio non avesse avuto bisogno di una vittima sacrificale, tu stessa
avresti concluso che, insieme, tu e il troiano non sareste andati da nessuna
parte. Se non si fosse imbarcato, lui sarebbe rimasto il tuo bambolotto,
Ascanio un orfanello senza regno e tu… non avresti più avuto la testa per fare
la regina. Avresti lasciato marcire tutto quel che avevi creato. Ma le conclusioni sagge sembrano non aver spazio, nei grandi miti.
Ecco,
dunque, che arrivano i tuoi occhi rossi, le tue urla, i tuoi capelli
scarmigliati… Fuori dalla letteratura, certi atteggiamenti ti avrebbero
guadagnato l’epiteto di “isterica”.
Sorvoliamo
sul truculento suicidio e sulla maledizione che lanci a Enea. Che tu sia pazza
è già abbastanza chiaro. Naturalmente, nel tuo prendertela con l'ex, non consideri nemmeno di striscio la tua parte di responsabilità. Non ti rendi conto di essere stata non solo scervellata, ma anche spergiura (ricordi quel che dicevi della fedeltà al defunto marito?) e di aver fatto la figura della buffona coi fior di re ai quali hai negato le nozze.
Mariangela Galatea Vaglio si chiede, dolente, perché le “donne toste” come te facciano una fine del genere. Io avrei una mia risposta personale: in realtà, non sono toste affatto. Sono regine solo
in pubblico e nelle mansioni in cui non affrontano la propria interiorità. Nel
conoscere se stesse e gestire le relazioni, sono un fallimento totale. In
questi campi, si rivelano per le ragazzine inevolute che sono, con tanto di
disagi psichici irrisolti. Del resto, chi fa di tutto per mettersi su un trono
lo fa sovente per compensare ciò che non gli manca davvero. Nel tuo caso,
Didone, è la salute mentale.
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