Durante
gli ultimi mesi, i manerbiesi hanno avuto l’occasione di gustare
cinedocumentari su personalità della storia dell’arte. La rassegna, in corso al
Politeama, s’intitola (appunto): “Grande arte e cinema”. È stata offerta la
possibilità di abbonarsi, nonché di acquistare i singoli biglietti a prezzo
ridotto durante le serate di preparazione organizzate in biblioteca. Gli
approfondimenti sono stati curati dalla prof.ssa Graziella Freddi, dal prof.
Martino Pini e dal prof. Giovanni Mantovani.
La rassegna si è quasi conclusa.
Essa ha visto la proiezione di: “Leonardo - Cinquecento” (19-20 febbraio); “Canova”
(19-20 marzo); “Tintoretto - Un ribelle a Venezia” (9-10 aprile); “Il giovane
Picasso” (7-8 maggio).
La
conclusione in bellezza - in ogni senso - è stata riservata a “Dentro Caravaggio”. Il film sarà proiettato al Politeama il 28 e il 29 maggio. La serata preparatoria
sarà tenuta il 23 maggio, in biblioteca, alle ore 20:30; parlerà il prof.
Martino Pini.
Il
pittore Michelangelo Merisi (Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610) è stato
soprannominato “Caravaggio” dal paese d’origine della famiglia. Lavorò molto a
Roma, ma la sua arte risentì del contatto con quella lombardo-veneta. La sua
pittura è rimasta famosa per il grande naturalismo, per lo studio della luce, i
forti chiaroscuri e la vivissima mimica delle figure. La persona del Caravaggio
è nota per un carattere tempestoso, che lo condusse alla rissa, all’omicidio e
alla fuga. Questa drammaticità biografica non contrasta affatto con le opere,
anzi. Probabilmente, nessuno che non conosca il violento contrasto di luce e
ombra dentro di sé potrebbe mai dipingerlo come lui ha fatto.
“Dentro
Caravaggio” (2019) cerca di spiegare i motivi per cui questo artista non passi
mai di moda. Del compito si è incaricato l’attore teatrale Sandro Lombardi,
tramite una visita a una ricca mostra milanese dedicata al pittore. Questo è il
punto di partenza per uno scavo nella vita del Caravaggio e nelle tematiche a
lui care. Il film, prodotto da Piero Maranghi e Massimo Vitta Zelman, è diretto
da Francesco Fei.
Nella
rassegna manerbiese, questa pellicola occupa il ruolo conclusivo, dopo che le
altre si sono sostanzialmente succedute in ordine cronologico di biografia: dal
Cinquecento, al Settecento, al Novecento. Parlare di un pittore
cinque-secentesco sembrerebbe un “riavvolgimento del nastro”. In realtà, tale
scelta corona l’iniziativa, mostrandone il senso: guardare all’ “attualità
latente” degli artisti, a ciò che sanno comunicare a noi, a dispetto del
circoscritto contesto storico. La drammatica individualità del Caravaggio può
parlare all’uomo odierno come e più di opere cronologicamente più vicine.
Davanti a ogni sua tela, viene da esclamare: “Ecce homo”. Ecco l’essere umano,
con quel manzoniano guazzabuglio che è il suo cuore.
Pubblicato su Paese Mio
Manerbio, N. 144 (maggio 2019), p. 13.
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