Un
binario di ferrovia. Fra le traversine, enormi volti umani: bambini, donne,
guance barbute, per finire con un feto. E uno specchio che perpetua quel
cammino fatale.
Questo era “Ecce homo”,
l’installazione artistica esposta sotto il portico del Municipio dal 24 al 31
gennaio 2016. È stata realizzata in occasione della Giornata della Memoria,
dagli artisti bresciani Luciano Baiguera e Cristina Brognoli. La didascalia che
accoglieva i visitatori informava che si trattava del secondo anno consecutivo
che i suddetti esponevano il proprio lavoro a Manerbio, in collaborazione con
l’ANPI e col patrocinio del Comune.
La descrizione di una composizione
tanto insolita così era riassunta: “Volti calpestati composti in una sorta di
linea ferroviaria a simboleggiare il viaggio senza ritorno di un intero popolo.
Non è il visitatore che va all’opera ma l’opera che entra nel quotidiano.”
Pochi
versi lapidari corredavano l’installazione: “VOLTI SEPOLTI IN UN
VIAGGIO/AFFIORANO TRA LE CENERI FUTURE/DEI PROPRI CORPI,/RISPECCHIANDO I NOSTRI
SGUARDI/CHE ATTONITI/GUARDANO L’UOMO:/ECCE
HOMO”.
I visi sconosciuti che rispondevano
allo spettatore erano eterei come fantasmi, tracciati e ombreggiati in un
inchiostro che imitava il tratto del carboncino. Erano schizzi, larve - come i
ricordi - eppure, proprio come loro, vivissimi. Vivissimi come ogni cosa che
provochi emozioni.
Pochi materiali e nessun fronzolo,
per rendere l’idea di quei treni che portavano i prigionieri nei lager. La
tecnica con cui erano stati eseguiti faceva pensare a disegni composti di
fretta, su un taccuino, come se gli artisti fossero testimoni oculari che hanno
catturato quanto vedevano. Una fantasia ancor più accesa avrebbe potuto vedere,
in quelle tele, un sudario. O una Sindone.
Pubblicato
su Paese Mio Manerbio, N. 105, febbraio 2016, p. 6.
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