È
uscita la breve raccolta poetica "La via del cuore", a opera del giornalista e
cantante Diego Baruffi. I suoi versi hanno qualcosa delle canzoni pop, la
stessa immediatezza di linguaggio e sentimenti. E sono state presentate alla
cittadinanza il 23 gennaio 2016, al Politeama di Manerbio.
Ad aprire la serata è stata la prima
poesia, dedicata all’amore per la moglie Alessandra e il figlioletto Francesco.
Dopodiché, Diego Baruffi ha scatenato il suo fiume di musica.
Nel
repertorio - per l’occasione - è stato protagonista Massimo Ranieri, con
“Vent’anni” (1970), “Erba di casa mia” (1972), “Se bruciasse la città” (1970),
“Perdere l’amore” (1988). Altro ospite ideale è stato Adriano Celentano, di cui
Baruffi ha reinterpretato brani come “L’emozione non ha voce” (1999) e “Ti
avrò” (1978). Un angolo per i Pooh è stato occupato da “Tanta voglia di lei”
(1971).
“L’istrione” (1970) di Charles Aznavour
sembrava quasi essere su misura per Diego, l’uomo del palcoscenico. Ma,
giustamente, non era da solo. C’era Francesco, il suo bambino di quattro anni,
che ha sorpreso il pubblico azzardando “La voce del silenzio” (Tony Del Monaco
e Dionne Warwick, 1968). C’era la splendida vocalità di Manuela Bonazza, che ha
accompagnato Baruffi in “Grazie perché” (Gianni Morandi e Amii Stewart, 1980),
“Naracauli” (I Nomadi, 1978), “Così ti amo” (I Califfi, 1968), “Se bruciasse la
città” (Massimo Ranieri, 1970) e, ovviamente, “Vivo per lei” (Andrea Bocelli e
Giorgia, 1995): l’inno di chi condivide la passione per la musica.
La voce di Manuela ha risaltato da
solista in “Se telefonando” (Mina, 1966), “Halleluja” (Leonard Cohen, 1984),
“Sei bellissima” (Loredana Bertè, 1975), “Pazza idea” (Patty Pravo, 1973) e
“Maledetta primavera” (Loretta Goggi, 1981). La sua partecipazione allo
spettacolo è stata l’occasione, per Diego, di ricordare l’amico Giancarlo, che
gliela presentò.
Omaggi al jazz d’annata sono stati
eseguiti da un trio giovanile, formato da Gabriele Guerreschi, Carlo Cherubini
e Ilaria Tengatini. Non poteva mancare il tenore di Manerbio, Nicola Bonini,
per l’occasione in salsa profana. Ha regalato al pubblico una fresca versione di
“My way” di Frank Sinatra (1968). Giusto per ricordare la sua propensione al
canto liturgico, il programma dello spettacolo prevedeva per lui anche “Amazing
Grace”, canto di conversione di un negriero del XVIII secolo.
Bonini,
saggiamente, aveva esortato Baruffi a non trascurare il suo consueto repertorio
Nomadi-centrico. Perciò, i due hanno eseguito insieme “Io voglio vivere” (I
Nomadi, 2003). Si è poi aggiunta Manuela, per rievocare i Ricchi e Poveri con
“La prima cosa bella” (1970).
I
versi de “La via del cuore”, invece, sono stati affidati alla voce di Erica
Gazzoldi. Della silloge, oltre alla poesia iniziale, ha interpretato “Dolce
dea” e “Poesia d’amore”. Sono seguiti componimenti di lei, tratti dalla sua
recente raccolta “La biblioteca di Belisa” (Villasanta 2015, Limina Mentis).
Intervistata da Baruffi, l’autrice ha ricordato che poesia e giornalismo sono
uniti dalla forte passione per la realtà.
Più
lungo e appassionante è stato il colloquio con Giorgio Baietti, autore ligure
esperto di esoterismo. La sua conoscenza dei simboli rappresentati in chiese
affascinanti ha fruttato il suo ultimo romanzo, "Buio come il vetro" (Bologna
2015, Minerva). Massimiliano Magli, autore dell’introduzione a “La via del
cuore”, ha parlato dei difficili rapporti tra finanziamento e verità nel
giornalismo. Con la giovane Denise Gottani, i presenti sono entrati nel mondo
di una curiosa professione: il personal chef, che cucina a domicilio piatti
personalizzati.
I
momenti della serata sono stati immortalati dalla fotocamera di Jessica Antonini. È stato smentito Celentano: talvolta, l’emozione ha voce. Quella di
Diego Baruffi e dei suoi amici.
Pubblicato su Paese Mio
Manerbio, N. 105, febbraio 2016, p. 8.
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