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Visualizzazione dei post da novembre, 2023

Esce "Necromantica", nuova raccolta di poesie

So che qualcuno non mi sopporterà più, perché continuo a scucciolare libri nuovi... ma, dopo Il quaderno della strega , è uscito anche Necromantica (Amazon, 2023) .  Stavolta, si torna alla poesia. Come volume, è di piccola mole; però, è rimasto a lungo nel cassetto.  Perché Necromantica ? "Necro" come ciò che è legato alla morte e "romantica" come come ciò che è legato all'amore. Queste poesie esprimono il rapporto inscindibile fra il legame e la perdita, la lontananza e la comunicazione profonda. In versi apparentemente cristallini, che qualcuno ha definito "ottocenteschi", bruciano sentimenti vivi come il sangue. Si può meditare seduti su ciò che più ci scotta, come sembrano fare gli angeli di marmo sulle tombe? A quanto pare, sì... Un ringraziamento particolare va a "Yoru" , appellativo scelto non casualmente per indicare la persona a cui sono dedicate buona parte di queste nuove poesie. Senza "Yoru", non sarebbe esistita nepp

Primavera ambientale: Manerbio davanti al cambiamento climatico

L'ottobre 2013 ha visto la seconda edizione del Festival della Scienza "Scienza in Paese" , organizzato dall' Associazione Chirone . Il progetto è stato patrocinato e sostenuto economicamente dal Consiglio di Regione Lombardia, dalla Fondazione ASM e dai Comuni di Coccaglio, Manerbio, Offlaga, Verolavecchia e Roncadelle.  Ferdinando Cotugno e Giancarlo Cinini In particolare, al Teatro Civico "M. Bortolozzi" di Manerbio, è stata tenuta la presentazione del volume Primavera ambientale , firmato da Ferdinando Cotugno : uno dei giornalisti più autorevoli nel campo delle tematiche ecologiche. È stato intervistato dal collega Giancarlo Cinini la sera del 13 ottobre 2023. Il titolo del suo libro allude alle "primavere arabe" e, in generale, alla stagione del rinnovo e del cambiamento. Il fermento dei movimenti ecologisti, infatti, è riuscito a fare ciò in cui hanno fallito gli appelli degli scienziati: concentrare l'attenzione di politica e opinione

Il Cimitero di Manerbio: cittadini fino all'ultimo

Con l'autunno, è arrivato anche il momento di ricordare l' "autunno della vita" e chi gli è andato incontro: i nostri cari defunti. Perché non parlare della storia del nostro Cimitero , che presto molti manerbiesi andranno a visitare?  Ovviamente, il luogo di sepoltura non è sempre stato là dove si trova oggi, né ha sempre avuto le stesse caratteristiche. Fino al 1817, il camposanto di Manerbio era adiacente al lato settentrionale della chiesa parrocchiale , fra la casa del curato di S. Vincenzo e la strada provinciale. Era un'usanza di origine medievale, che voleva le tombe affiancate ai luoghi sacri, quando non addirittura all'interno di essi. Magari sotto l'altare, se si trattava di defunti in odore di santità. Era un modo per onorare coloro che ormai "erano con Dio" e degni a loro volta di una forma di venerazione. Per costituire questo camposanto, era stato acquistato un terreno privato ed era stata occupata anche una parte del terraglio

"Luisa Miller" al Teatro Grande di Brescia

Ho assistito da poco a una coinvolgente rappresentazione della Luisa Miller verdiana (Napoli, 1849), al Teatro Grande di Brescia (5 novembre 2023). Non mi concedevo un'opera lirica dal vivo da tempi che mi sembrano geologici e devo dire che la crisi d'astinenza si faceva sentire. Il piacere è stato proporzionato alle dimensioni della medesima. Anche avere il soffitto dipinto del Teatro Grande a qualche palmo dal naso ha aggiunto non poco al godimento.  La direzione era di Carlo Goldstein, la regia di  Frédéric Roels. Di scene e costumi si era  occupato Lionel Lesire, delle luci Laurent  Castaingt. L'assistente alla regia era Nathalie  Gendrot, il maestro del coro Diego  Maccagnola. Ha cantato il coro di  OperaLombardia e ha suonato l'Orchestra I  Pomeriggi Musicali. Si trattava di un nuovo  allestimento in coproduzione Teatri di  OperaLombardia, Opéra Grand Avignon,  Opéra de Tours, Teatr Wielki Poznan, Opera  Slaska Bytom. Questa è la trama: Luisa Miller (Alessia Panza

Oppenheimer: il dio del nuovo millennio

Ora sono diventato morte, il distruttore di mondi.  Questi due versi della Bhagavadgītā, parte del grandioso poema indù Mahābhārata, sono divenuti celebri grazie all'attesissimo film Oppenheimer (2023; regia di Christopher Nolan).  Fonte: Mymovies.it La suggestiva citazione proviene da un discorso che il fisico americano avrebbe pronunciato veramente, commentando la sua epocale invenzione: la bomba atomica.  Sapevamo che il mondo non sarebbe mai più stato lo stesso. Qualcuno scoppiò a ridere, un paio si misero a piangere, ma la maggior parte di noi rimase in silenzio. Fu allora che mi tornò in mente quella frase del Bhagavadgītā, il testo sacro indù, nella quale Vishnu cerca di ricordare al Principe i suoi doveri. Per convincerlo, il dio assume la sua forma con quattro braccia ed esclama  ‘Ora sono diventato Morte, il distruttore di mondi’ . Bene o male, credo che allora lo pensassimo tutti.  I "doveri" in questione consistono nel far la guerra ai propri stessi parenti, c