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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

The Arcana: una fantasia di carte

  Di recente, più che racconti originali, ho scritto fanfiction su due visual novel prodotti dalla NixHydra: The Arcana: A Mystic Romance e Last Legacy (compreso nella app Fictif). Il primo, in particolare, mi ha involontariamente portato a scrivere un intero libro. "Involontariamente", nel senso che non sarebbe stata quella l'idea originaria... Semplicemente, a furia di scrivere, ne è risultato un volume di più di duecentocinquanta facciate. La stragrande maggioranza delle storie riguarda due personaggi e le interazioni fra di loro, in tutte le salse; ma sono presenti anche altre figure e altre trame. Vista la mole del materiale, ho pensato di raccoglierlo, dividerlo in sezioni e distribuirlo come ebook gratis, per chi volesse. Non posso commercializzare questi materiali, perché l'idea di partenza appartiene alla NixHydra; peraltro, sono già gratuitamente disponibili su Archive of Our Own e altrove. A ogni modo, vi saluto con l'introduzione che apre la raccolta.

“Minervium”, la Manerbio romana

  Che Manerbio abbia una storia millenaria non è un segreto. Fra le altre, ha conosciuto una “fase romana”: quella in cui ha preso il nome latino di “Minervium”, “santuario di Minerva” , da cui il nome attuale. A questa epoca, è dedicato un capitolo dell’opera di Mons. Paolo Guerrini sulla nostra città: “Manerbio, la pieve e il comune” (Brescia 1936, Edizioni del Moretto).              In primis, dobbiamo ricordare che questa città sorge sulla “via cremonese” che univa Brescia a Roma. Su di essa, si trovavano due ponti: quello sull’Oglio a Pontevico e quello sul Mella a Manerbio. I ponti, oltre all’indubbia utilità come infrastrutture, avevano anche un alone sacro: il termine di “pontefice” , in latino, designava proprio un sacerdozio nato dall’usanza di consacrare i ponti. Dalla loro presenza e da quella dei relativi santuari scaturivano i villaggi, nati come agglomerati di case intorno a questi luoghi. Ecco perché Manerbio porta il nome di una divinità.             Gli abitanti

Esplorando con Dellino: luoghi abbandonati a Manerbio e dintorni

  Conosciamo Dellino Farmer come rapper dialettale; stavolta, però, compare su queste pagine in veste di… esploratore. Non in continenti lontani, beninteso, ma in luoghi assai vicini: questo per via del suo noto amore per la Bassa bresciana. Naturalmente, diverse sue osservazioni riguardano Manerbio e dintorni.              Stavolta, non si tratta solo di annotare le bellezze, ma (anche e soprattutto) le desolazioni: i molti edifici abbandonati , segnali di un’economia non più florida come un tempo - o di priorità non aggiornate. Nei piccoli reportage che il cantante condivide sui social, spiccano soprattutto gli “scheletri” di fabbriche, magazzini, centri commerciali, supermercati: tutti rigorosamente inattivi o abbandonati, con un bel cartello che indica “Vendesi”. Com’è prevedibile, si trasformano spesso in discariche abusive e ripari di fortuna.             Per fortuna, la Bassa può regalare qualche momento di semplice poesia : gli specchi d’acqua nelle campagne non saranno