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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

Donne Oltre... e le molestie per caso

  Nello scorso numero, abbiamo parlato del primo di una serie di video finanziati dal Comune di Verolavecchia: “Pregiudizi di genere”. Fra le attrici, comparivano cittadine manerbiesi, membri dell’associazione “Donne Oltre”. Se ne è occupata l’assessora ai Servizi Sociali di Verolavecchia, Anna Tirelli, in collaborazione col gruppo teatrale “Ribalta Pazza”.              Il progetto è proseguito. Sono stati realizzati gli altri due video, intitolati entrambi “Molestie” (Parte I e Parte II). Si trovano (come il primo) sulla pagina Facebook del Comune di Verolavecchia. Nel primo, a parlare è un uomo, nella sede manerbiese di “Donne Oltre”. Sta evidentemente partecipando a una condivisione di esperienze personali, volta a prendere coscienza del significato e delle cause di alcuni episodi. L’uomo sostiene di aver pensato e ripensato più volte a un errore da lui commesso. L’interessata era una sua amica e vicina di casa: donna affascinante, colta, gradevole sotto più punti di vista. Fra

Una biblioteca sempre aperta?

  Fra le cose che la pandemia ci ha tolto, è stata la biblioteca civica come piacevole e rilassante ambiente di ritrovo. Chini sulle pagine di un volume, o seduti sui divanetti della saletta multimediale… potevamo trattarla come un luogo pronto ad accoglierci gratuitamente. Da quando si è presentata la necessità di evitare assembramenti, tutto questo è stato interrotto e rimandato a data da destinarsi. Il servizio di prestito è divenuto su appuntamento; la biblioteca (per gli utenti) si è ridotta allo sportello affacciato sul portico, con le file di persone che attendevano di ritirare o restituire materiali.              Questo ha reso il servizio (oltre che più asettico) anche più lento, sia per i lettori che i bibliotecari. Ecco, dunque, che è spuntata la “biblioteca 7/24”, ovvero due box che è possibile utilizzare sette giorni alla settimana, ventiquattr’ore al giorno. Uno serve per la restituzione di libri e DVD: l’utente può infilarli in un’apposita fessura, dalla quale i materi

Una panchina rossa per Manerbio

 Una panchina rossa per rendere visibile la violenza sulle donne: quella che - più d’ogni altra - si consuma al chiuso delle pareti domestiche, lontano dall’opinione pubblica (almeno, finché non diviene tanto eclatante da attirare i giornalisti). È un progetto lanciato (ormai anni or sono) dagli Stati Generali delle Donne: l’invito a ciascun Comune a far dipingere di scarlatto una delle panchine pubbliche. Il vantaggio dell’iniziativa consiste nel lasciare un monito perenne e ben visibile a bassi costi (quale altro monumento sarebbe semplice ed economico come questo?). Ovviamente, ciò s’inquadra in un più ampio progetto di educazione all’affettività: quella che viene chiamata “violenza sulle donne” non è qualsiasi generico atto di aggressività rivolto a una persona di genere femminile, ma un insieme di gesti (dall’insulto all’omicidio) rivolti a una donna che “non ha soddisfatto le aspettative” in quanto tale. Di solito, questo tipo di violenza è accompagnato da commenti giornalistici

Vincenzo Calò consiglia George Bfc Verdo

“Ognuno segue i propri principi, c’ha una sua personalità. C’è gente che si approfitta delle debolezze altrui e io da poco in quanto agli amici ho preferito il detto «pochi ma buoni». Non so se ancora valga la pena prendere spunto dalle proprie origini: sono d’origine stabiese, nascita fiorentina e residenza valsamoggiese…! Temo che il valore della famiglia sia in decadenza. Occorre avere valori sani e… validi, per esempio io ho sempre rispettato la legge al massimo del possibile, tanto più che mio padre era un carabiniere. Essendo molto emotivo, scrivo secondo questa caratteristica”. … “Eccellenti promesse”  1946: quattro amici, tornati vivi e sani dalla chiamata alle armi, si sposano; e nello stesso anno vedono la luce lo stesso numero di figlie. Le figlie diventano amiche, trascorrono insieme gli anni scolastici fino all’Università, frequentando la facoltà di Medicina. Trovano i loro compagni di vita tranne una, la più bella, che s’innamora perdutamente di un professore cono

Vincenzo Calò intervista Giulia Porena

  Benvenuta Giulia. Dimmi un po’, come reagisci agli imprevisti, nel bene e nel male?    Naturalmente dipende dal tipo di imprevisti, comunque nella maggior parte delle volte cerco di rendere la situazione, se non vantaggiosa, quanto meno utile alla mia crescita o al bene mio e degli altri.   Non vedi l’ora di crescere? E se diventassi famosa?   Ogni cosa a suo tempo, anche se mi piace immaginarmi in maniera spesso diversa in un futuro nel quale sarò adulta. Diventare famosa, invece, non è certo una cosa che immagino facilmente, non ho mai considerato realmente la possibilità che questo possa accadere. Nel caso in cui dovessi avere tanta fortuna da raggiungere una certa fama spero che quello che mi piace fare e quello che faccio non cambi troppo, condizionata dal successo o dall'insuccesso (si diventa famosi sia per parlar bene che per parlar male); l'importante è mantenere la passione per quello che si cerca di conseguire.   In qualsiasi relazione, prendi te l’