“Ognuno segue i propri principi, c’ha una sua personalità. C’è gente che si approfitta delle debolezze altrui e io da poco in quanto agli amici ho preferito il detto «pochi ma buoni». Non so se ancora valga la pena prendere spunto dalle proprie origini: sono d’origine stabiese, nascita fiorentina e residenza valsamoggiese…! Temo che il valore della famiglia sia in decadenza. Occorre avere valori sani e… validi, per esempio io ho sempre rispettato la legge al massimo del possibile, tanto più che mio padre era un carabiniere. Essendo molto emotivo, scrivo secondo questa caratteristica”.
… “Eccellenti promesse”
1946: quattro amici, tornati vivi e sani dalla chiamata alle
armi, si sposano; e nello stesso anno vedono la luce lo stesso numero di
figlie.
Le figlie diventano amiche, trascorrono insieme gli anni
scolastici fino all’Università, frequentando la facoltà di Medicina.
Trovano i loro compagni di vita tranne una, la più bella,
che s’innamora perdutamente di un professore conosciuto come tra i meno
affabili al momento della tesi di laurea.
La ragazza cerca di conquistarlo a tutti i costi, ma lui si tira
indietro e perde così la migliore occasione della sua vita.
A queste si aggiunge una ragazza che proviene dall’Irlanda.
Ci si troverà magnificamente in una mescolanza di vecchie e
nuove generazioni; a fare le modelle, talune a lor malgrado, per una sfilata
finale organizzata dal rettore dell’Università.
Il rettore è spesso in contrasto con quel professore che si
ritrovò la studentessa a fargli il filo, ma trovano l’accordo e il risultato
migliore fa sì che l’Università si espanda con l’arrivo di moltissime ragazze
conosciute o alle prime armi, provenienti da tutto il mondo; questo a cavallo
dei primi anni Novanta.
Il professore, alquanto scontroso, dopo una ventina d’anni rincontra
la spasimante ora cresciuta, diventata una gran donna e padrona di un negozio
d’intimo a seguito del pensionamento dei genitori che avevano aperto un più
discreto negozio di sartoria.
A 46 anni è un fiore di donna, lo stesso tutte le sue
compagne sposate e con figli.
Episodi incrociati fanno trovare l’amore alle ragazze della
nuova generazione… nel bel mezzo v’è una ragazza che voleva diventare suora ma
segue lo stesso percorso delle altre.
Il romanzo è prenotabile presso YouCanPrint, trattasi dunque
di una lezione di vita nel conoscere ragazze e donne molto belle, che lo sono
anche nei loro cuori, senza il benché minimo ritocco.
Una volta acquistato il libro va gustato dall’inizio alla
fine!
(Youcanprint, 2020; Pagg. 452; Prezzo: 22euro)
·
George Bfc Verdo è nato a Firenze nel 1966,
così gli altri tre fratelli più grandi di lui.
Suo padre era un carabiniere d'origine
stabiese (prov. di Napoli), mise su famiglia nella città che durante il Basso
Medioevo era governata dai Medici. Operava alla Scuola Sottufficiali, caserma
situata proprio di fronte alla stazione dei treni di Firenze e vicino alla
chiesa di Santa Maria Novella.
La famiglia di George abitava in periferia,
quartiere Baracca. Al contrario di tanti che abitavano in centro, dove l'acqua
dell'Arno durante l'alluvione proprio del 1966 raggiunse anche i cinque metri,
subirono anche loro l'allagamento ma, per fortuna, solo di mezzo metro
(“Rimasero semisommerse le due nostre FIAT di allora: una 850 e una 600!”).
Suo
padre, appassionato e insegnante di fotografia, aveva il suo piccolo
laboratorio nel sotterraneo. “Lo dovette rappezzare con stracci perché l'acqua
non filtrasse e danneggiasse tutte le sue apparecchiature e vasche per lo sviluppo
e il fissaggio!”.
Nel 1970 si congedò dai carabinieri dopo
ventiquattro anni di servizio nell'Arma. Fu assunto come impiegato, nella
stessa compagnia dove lavora adesso George.
La famiglia traslocò poi in provincia di
Bologna; nei primi due anni nel centro di un piccolo paese e dal 1972 nella casa
di campagna dove tuttora l’autore vive con la sua di famiglia composta da quattro
membri: lui, moglie, bimba e bimbo.
Ad appena otto anni, convalescente da un
incidente personale, Verdo si appassionò della macchina da scrivere e, da quel
momento, imparò a usarla. “Scoprii che
era bello, per me, battere sui tasti e riempire tanti fogli con scritte di
fantasia e, verso i dodici anni (nel 1978) capii che mi piaceva produrre
romanzi con tutta la mia possibile creatività, anche a mano!”.
Fu nel 1976, a dieci anni, che iniziò a
scrivere il suo primo romanzo. Dopo tante sofferenze e uguali interruzioni, lo
ha finito nel 2006.
Ora spera di diventare uno scrittore a
livello professionale.
Vincenzo Calò
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