E
bravi, Romeuccio e Giuliettina. Ci avete turlupinato ben benino, col vostro
balcone, la vostra allodola e il vostro usignolo (nessuna malizia). Ci avete
piantato in testa quel ronzio del perché-sei-tu-Romeo
(alla faccia delle domande utili!), non-giurar-per-la-luna,
la-rosa-che-si-chiama-proprio-rosa-ma-profumerebbe-lo-stesso-con-un-altro-nome.
Una simile matassa di ruffianerie si giustifica solo ricordando che il
povero Bardo doveva pur sbarcare il lunario, in qualche modo. Diciamo pure che
ci fa piacere pensare che si sia mantenuto in salute, anche per lasciarci un
bagaglio di versi che non son spiacevoli da rileggere.
Però, tutto questo è un imbroglio infame.
In
quel posto meschino che noi comuni mortali chiamiamo “terra”, una storia come la
vostra è tutto fuorché applaudita. Due persone nella vostra situazione non possono amarsi: per ovvie ragioni d’amor
proprio, se non per altre. Non possono, perché ciascuno dei due è gravido di
preconcetti e paure. Quand’anche capitasse l’equivalente della vostra festa da
ballo all’Atto Primo, apriti cielo. Una
maschera avvicinò voi due, Romeo e Giulietta, e la sua caduta vi rovinò. Dato
che non si può vivere civilmente senza maschere, sarebbe meglio se esse non
cadessero affatto (Erasmo da Rotterdam docet).
Perché, nel momento in cui questo succede, bisogna rinunciare alla certezza di
stare nel recinto migliore e
affrontare la notte nel giardino, sfidando le spade o un’occhiata focosa che
trafigge peggio di esse. Si imparerebbe che… sì, l’inimicizia fra Montecchi e
Capuleti è tangibile e radicata, ma l’anima gemella sta inesorabilmente dall’altra
parte del balcone. My life is my foe’s
debt.
Pensate, ora, cosa voglia dire
recitare l’umana tragicommedia recando una consapevolezza del genere. Qualunque
atto potrebbe esser giudicato come sleale e cerchiobottista, i duelli non meno
dei baci. Soprattutto tu, Giulietta, ti beccheresti nomi anche peggiori di
quelli che ti sentisti dire da tuo padre, quando obiettasti al matrimonio con
Paride. “Banderuola” e “ambigua” sarebbero i più cortesi. Perché, già, la morale
di una donna si valuta in base al di lei partner. Anche nel 2014. E, nel tuo
caso, ci sarebbero pure buone ragioni per farlo. In fondo, sposasti un tale
che, fino al giorno prima, era stato educato a sbudellare la tua famiglia e te
stessa. Tuo cugino fu sul punto di infilzarlo come un pollastro due minuti
prima che lui ti facesse il celeberrimo baciamano. Si salvò solo perché quell’orso
di tuo padre, in fondo, era una gran brava persona e sapeva distinguere il
pulcino dall’aquila. In un certo senso, il vecchio Capuleti guardò oltre la
maschera di Romeo prima ancora che lo facessi tu. Perché si può ben appartenere
a un recinto di pecore nere, ma ogni pecora è diversa dalle altre. A volte, “Montecchi” e “Capuleti” sono solo nomi. E… that which we call a rose/By any other name
would smell as sweet. Doveva essere proprio nel DNA dei Capuleti, questo
genere di genio. Il comportamento, non lo
schieramento, qualifica la persona. Non è da tutti capirlo.
Certo,
però, che quando Romeo ebbe ucciso un Capuleti in duello, divenne un po’ più difficile far questo genere
di ragionamento. È ben vero che lui era in buona fede… era stato sfidato, per
via di quella maledetta faida, e amen. È la
politica, bellezza, si potrebbe dire oggi. Però, un danno fatto è un danno
fatto. Perfino a una Giulietta quasi scappa la voglia d’amare, davanti a una
situazione del genere. D’altronde, come si fa a dividere le lacrime senza
tradire metà della propria lealtà?
Eravate
tanto scandalosi, cari i miei piccioncini veronesi, che perfino un abile
drammaturgo come Shakespeare dovette togliervi di mezzo, per riportare l’ordine.
Pentimento, grandi strette di mano e promesse iperboliche di fratellanza fra
ex-nemici (ah, quanta scuola per i coccodrilli!). Ma solo dopo che voi due,
ormai, avevate prudentemente attraversato lo Stige. Perfino amare e morire sono
arti diplomatiche.
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