Passa ai contenuti principali

Gli “Sguardi d’amore” del Collettivo In Essere

Due occhi femminili in primo piano: l'opera di Vanessa Anzoni.
Il Collettivo “In Essere”, diretto da Luciano Baiguera, continua a dipingere. A partire dal 16 febbraio 2025, ha esposto le sue nuove opere presso il Bar Simposio di Piazza Falcone. Il titolo della mostra è “Sguardi d’amore”

            Per l’appunto, il tema portante è quello degli occhi e della loro espressività. Essa veicola non solo l’amore, ma anche il dolore, la gioia e l’ironia sottile. Zefirino Buono, per esempio, ha scelto di rappresentare uno sguardo strabico, emblema delle emozioni che non ci permettono di “vedere bene”. Luciano Baiguera si è invece dedicato al ritratto del padre prematuramente scomparso. Nel suo volto, sono nascosti diversi simboli: una lacrima trattenuta; una colomba che vola via dalla testa rimasta non delimitata (segno di una mente aperta alle idee più alte?); una donna con un bambino nascosta nei capelli; un’altra immagine femminile dissimulata nelle linee del naso. Questo ritratto è un intero mondo di affetti.

            Lorenzo Piovani ha optato invece per una tecnica quasi cubista, che scompone il volto in più forme geometriche e ne mostra contemporaneamente le varie sfaccettature. Fabiana Brognoli ha scelto un ritratto femminile; Luigi “Bigiai” Viviani ha disegnato l’intrico di alcuni rami che paiono delineare due grandi occhi in un cielo bianco.

            Cristina Brognoli ha dipinto un volto multicolore eppur malinconico, con alcune stelle di David sullo sfondo: forse un’allusione alla scorsa Giornata della Memoria?

            Ancora più enigmatica è l’opera di Giovanna Cremaschini: un giovane volto androgino con lunghi capelli blu che vi ricadono sopra. La tinta fredda sottolinea la malinconia dell’espressione. 

Il duo Luca e Poppy fa rivivere le canzoni dei cantautori italiani al Bar Simposio di Manerbio.

            Realistico e brillante è il dettaglio di due occhi femminili realizzati da Vanessa Anzoni, che comunicano direttamente con l’osservatore.

            L’inaugurazione della mostra è coincisa con il concerto del duo “Luca e Poppy”, che (con chitarra e percussioni) ha fatto rivivere brani di Lucio Battisti, di Adriano Celentano, dei Nomadi, di Edoardo Bennato, di Fabrizio De André, di Francesco De Gregori e di molti altri. Il tutto ha concorso a realizzare una serata vivace e partecipata, all’insegna del potere aggregante delle arti.

 

Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 213 (marzo 2025), p. 9.

Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco...

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e V...

"Gomorra": dal libro al film

All’inizio, il buio. Poi, lentamente, sbocciano velenosi fiori di luce: lividi, violenti. Lampade abbronzanti che delineano una figura maschile, immobile espressione di forza.   Così comincia il film Gomorra, di Matteo Garrone (2008), tratto dal celeberrimo libro-inchiesta di Roberto Saviano. L’opera del giornalista prendeva avvio in un porto: un container si apriva per errore, centinaia di corpi ne cadevano. Il rimpatrio clandestino dei defunti cinesi era l’emblema del porto di Napoli come “ombelico del mondo”, dal quale simili traffici partono ed al quale approdano, da ogni angolo del pianeta. Il film di Garrone si apre, invece, in un centro benessere, dove regna un clima di soddisfazione e virile narcisismo. Proprio qui esplode la violenza: tre spari, che interrompono il benessere e, al contempo, sembrano inserirvisi naturalmente, come un’acqua carsica che affiora in un suolo perché sotto vi scorreva da prima. Il tutto sottolineato da una canzone neomelodica italian...