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Il Tartamella Scalvini Tolotti TRIO al Dopolavoro Jazz Club

Il Dopolavoro 1940 non solo rievoca la memoria del Dopolavoro del Lanificio Marzotto, ma propone anche iniziative culturali originali. 

Il Tartamella Scalvini Tolotti TRIO si esibisce al Dopolavoro 1940 di Manerbio. Da sinistra: Carmelo Tartamella alla chitarra, Giovanni Scalvini al contrabbasso e Marco Tolotti alle percussioni.


Il 3 aprile 2025, per esempio, ha avuto luogo la seconda serata del Dopolavoro Jazz Club: una serata in cui cene e cocktail sono accompagnati da musica jazz dal vivo.

Stavolta, è stato invitato il Tartamella Scalvini Tolotti TRIO,  composto dai tre musicisti omonimi.

Carmelo Tartamella (chitarra) è appassionato fin da piccolo di blues e del "gypsy jazz" di Django Reinhardt: uno stile che fonde il jazz con l'esperienza artistica delle band gitane. Iniziò a studiare musica a 16 anni e iniziò la professione a venti, intraprendendo un'intensa attività concertistica. Ha partecipato alle più importanti rassegne jazz e blues d'Europa ed è apparso anche in televisione. Dal 1992, insegna chitarra presso la scuola ARCI SPM di Cremona. Tiene diversi seminari in Italia e all'estero. Dal 2002, è titolare della cattedra in chitarra moderna presso la Civica Scuola di Musica "Claudio Monteverdi" di Cremona. Fra i suoi allievi, ci sono anche i ragazzi rom di Scampia.

Giovanni Scalvini (contrabbasso) è bresciano e proprio al Conservatorio "Luca Marenzio" di Brescia ha conseguito il suo titolo di studio. Ha preso parte a numerosi workshop e master class in Italia e all'estero, collaborando con altri musicisti di alto livello. Così pure è lunga e internazionale la sua carriera di concertista.

Anche Marco Tolotti (percussioni) è bresciano. A 14 anni, da autodidatta, si è accostato alla batteria e ha suonato in diversi gruppi di stampo punk, crossover e hard rock. Col suo amico Beppe Facchetti, ha intrapreso un percorso didattico e si è avvicinato a nuovi generi musicali: il funk, il pop e il soul. Si è diplomato a Milano presso l'Accademia del Suono e proprio qui si è innamorato del jazz. Ha lavorato con grandi nomi e vaste orchestre. È un appassionato insegnante di musica e ha performato per tre anni su prestigiose navi da crociera.

Alla base del trio, ci sono sicuramente affinità professionali, ma anche i rapporti personali d'amicizia. A Manerbio, la loro performance ha creato un'atmosfera ovattata, per certi versi sensuale, adatta a una serata di gusto e di relax in un ambiente "d'altri tempi".

Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 214 (aprile 2025), p. 6.

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