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Lucia Battagliola: una pittrice manerbiese

Una delle tele della pittrice manerbiese Lucia Battagliola: s'intitola "Fascino" e ritrae una giovane donna bionda dalle labbra rosse.
Il 31 agosto e il 1 settembre hanno visto nei giardini comunali di Manerbio la mostra personale di Lucia Battagliola. Come pittrice, ha ricevuto diversi riconoscimenti a Milano, a Spoleto e a Venezia. In arte, si firma "LuBa". Ha coltivato nel tempo la sua passione pittorica, iniziando con acquerelli e carboncino; è poi passata ai colori a olio. Le sue prime opere hanno tratti quasi impressionisti. Attualmente, la sua arte ha assunto però un carattere iperrealista. Un suo modello è la pittrice polacca Tamara de Lempicka (Varsavia, 1898 - Cuernavaca, 1980), della cui opere ha eseguito copie d'impressionante esattezza. 

Insieme all'accuratezza, si notano nelle sue tele tinte brillanti e sensuali, oltre a una certa aria di mistero che permea le figure umane. Lucia Battagliola trasforma l'emozione in colore, tanto che qualcuno l'ha definita "alchimista della pittura". "Fascino" (olio su tela, 2024) s'intitolava uno dei quadri esposti: una donna bionda dalla bellezza levigata. Era invece "Armonia" (olio su tela, 2021) una figura femminile di cui si conoscevano le labbra e le mani, sottolineate (nel loro pallore) da tocchi di rosso. Immagini muliebri dall'incanto misterioso sono le protagoniste degli omaggi a Tamara de Lempicka a cui abbiamo accennato, tutti eseguiti a olio.

Lucia Battagliola ha dipinto anche "Tre fanciulle" (acquerello su carta, 2006) e una "Donna con tunica" (olio su tela, 2012). Fra le altre figure umane, si nota una serie di musicisti: "L'Attesa" di un violoncellista che si appresta a suonare (olio su tela, 2024); la "Melodia" tradotta nell'espressione e nei movimenti di una violinista (olio su tela, 2022); il "Jazz Time" di un sassofonista che sta per alzarsi dalla sedia (olio su tela, 2020). Una "Cantante" (sanguigna e carboncino su carta, 2005) incanta con l'armonia sensuale del suo corpo, che allude a quella della sua voce. In un certo senso, è legato alla musica anche il fabbro di "Antichi mestieri" (olio su tela, 2014), intento a plasmare quello che sembrerebbe un fischietto. 

"L'Attesa" è una tela della pittrice Lucia Battagliola che rappresenta un violoncellista jazz: è assopito su una sedia mentre regge lo strumento; attende appunto l'inizio del concerto.

Un carboncino su carta è invece il "Ritratto di Armando" (2004), sorprendente nella sua vivacità e nella luminosità del suo sguardo. Più cupo e severo è l' "Uomo con cappello" (acquerello su carta, 2005).

La produzione di Lucia Battagliola è ricca anche di immagini di piante, di fiori e di frutta, amati dai pittori per ragioni facili da intuire. Colpiscono però soprattutto nature morte come "Trasparenze" (panpastels e carbothello, 2021): una brocca dalla tersa trasparenza troneggia in una macchia d'acqua ugualmente limpida; il vetro si tinge del giallo di un limone retrostante. La purezza del vetro è protagonista anche in "Biglie colorate" (olio su tela, 2023), stavolta resa ancora più magica dalla varietà delle tinte. L' "Uva nel bicchiere" del 2024 (olio su tela) è l'esempio più calzante di quello che abbiamo chiamato iperrealismo. 

Una tela della pittrice Lucia Battagliola: s'intitola "Biglie colorate". Rappresenta proprio alcune biglie di colori diversi in una ciotola di vetro. L'incanto è dato dalla trasparenza del vetro di diverse tinte.

Un acquerello su carta è la "Barca a remi" (2023), mentre a olio sono stati eseguiti i "Macarons" del 2024. Hanno una loro severa bellezza anche gli "Scacchi" (olio su tela, 2024), resi monumentali dal pennello di Lucia Battagliola.

In entrambe le giornate della mostra, i visitatori sono stati accolti da un gustoso rinfresco e da un pensierino della pittrice: un cuore tracciato su una tela minuscola.

La sera del 1 settembre, alla pittura si è unita la musica: gli archi dell'Ensemble Convivium hanno allietato i presenti con pezzi del repertorio barocco e romantico, concludendo con le note trascinanti del "Valzer n. 1" di D. Shostakovich.

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Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 207 (settembre 2024), p. 8.

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