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Note e colori di Pasqua a Manerbio

giovanna cremaschini cenacolo
La Pasqua manerbiese, nel 2022, ha visto la propria debita quota di arte. Dal 27 marzo al 9 aprile 2022, il Bar Borgomella ha ospitato la sezione della mostra “In Essere” dedicata alle opere di Giovanna Cremaschini: laureata in Conservazione dei Beni Culturali, insegnante alla scuola materna, madre e pittrice per passione. Come omaggio al periodo dell’anno liturgico, i quadri scelti costituivano una serie ben precisa: reinterpretazioni delle figure presenti nel Cenacolo di Leonardo da Vinci

Cremaschini ha dunque rappresentato i dodici Apostoli con diverse tecniche e assemblaggi di vari materiali. Questi ultimi erano perlopiù di recupero (bottoni, ecc.). Il tutto ha richiesto quindici anni di lavoro: era visibile, nelle varie tele, le tappe dello sviluppo dell’artista.

 Tutte erano accomunate dalle tinte squillanti. A volte, lo stile era naïf, a volte geometrico, “picassiano” o “egizio”, altre volte ancora molto materico; oppure, la pittrice aveva sciolto la forma nel colore, esasperandola con effetti espressionisti. I Dodici erano così divenuti altrettanti esperimenti di tecniche artistiche. Il culmine della maturazione, naturalmente, era raggiunto nella figura del Cristo: inscritto in un tondo color oro e argento, riassumeva in sé le caratteristiche degli altri dipinti.

Il tema dell’Ultima Cena, naturalmente, è stato seguito da quello della Pasqua, trattato da una mostra collettiva (10-23 aprile 2022). Trattandosi di una festività religiosa, l’inaugurazione è stata un po’ più solenne del solito.  È iniziata con un discorso introduttivo del parroco, don Alessandro Tuccinardi, che ha sottolineato il legame fra gioia e dolore in questo periodo liturgico. L’osservazione ricollegava esplicitamente la Pasqua al presente periodo storico, segnato sia da una pandemia che da una guerra su suolo europeo. 

coro sant'imerio offlaga

Per l’occasione, si è esibito al Borgomella il coro “Sant’Imerio” di Offlaga, preparato e accompagnato all’organo da Marianna Manenti. Il programma è stato presentato da Nicola Bonini.

Dopo aver ascoltato la selezione di brani pasquali, il pubblico è stato invitato a visionare le opere esposte. Era marmorea e ieratica La tomba ritrovata di Fabiana Brognoli, mentre Il battito della Pace di Davide Rossini alludeva alla guerra in Ucraina (ne era stata tratta una cartolina distribuita ai presenti). Luciano Baiguera aveva dipinto L’Angelo della perla: il suo candore incontrava la perfezione (appunto) della perla. Carlo Monterenzi aveva fotografato i colori pastello dei fiori freschi (allusione alla resurrezione della natura); Fabio Sterza aveva immortalato campagne dal cielo arrossato, per mostrare l’impossibilità di distinguere l’alba dal tramonto, la morte dalla rinascita. Lucia Aresi aveva proposto un Ecce Homo ad acquerello, mentre Cristina Brognoli aveva illustrato con stoffe dipinte il passo di Esodo 23:20 (un angelo che guida il cammino del popolo eletto). Enrico Trementini aveva proposto una Crocifissione dalle tinte accese. Alberto Gelmini aveva realizzato La preda di Geremy (suo pseudonimo): un pesce, simbolo paleocristiano, era composto da vari ingranaggi, per alludere alla sua modernità. Per l’esattezza, era un Pesce San Pietro. Sempre di Baiguera era La croce gloriosa, mentre Giovanna Cremaschini aveva rappresentato il Battesimo nel fiume Giordano. Mauro Zilioli era l’autore di una Pietà. Ogni opera esprimeva sofferenza e speranza: fin troppo in linea con lo spirito dei tempi.

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