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Caronte

Il mio cuore è un guscio in bilico sopra l’orlo del mondo tra due oceani di nebbia Occhi di bragia qual stella polare E il tuo abbraccio qual psicopompo sfuggente C’è una riva, dopotutto. Compresa in: AA. VV., Tracce 3, Roma 2015, Pagine, p. 66.

Incubo ricorrente

Spesso m’abbacina un sogno sardonico di luci tintinnanti in una fiera o, meglio, un party –nel galateo tonico che infioretta una qualunque sera. Io scivolo sola nel gorgo cronico di figure parate a primavera, gale, orecchini –e un che di malinconico imbeve tavole e vesti qual cera. Un’ombra palpita oltre quel mare, col canto nitido e muto d’un faro: amore o nulla –così è, se pare. Da quel richiamo abbagliante ed avaro è diretto il risucchio del mio andare: quest’è sostanza del mio cuore amaro. Compresa in: AA. VV., Tracce 3, Roma 2015, Pagine, p. 65.

Filologia pomeridiana

E non ho voglia di raccogliere i frustuli avanzati dalla mia anima, che riportano, qua e là, un lampo –una A, una O- non più. Il sole è troppo pigro per collazionare i testimoni di un giorno ancora sfatto -una pasta troppo acquosa per le maglie dell’ecdotica. Non riesco a leggere le diplài, gli asterischi e le punte acide degli obelòi, seminati nei margini come rughe di una fronte aggrottata. Qualcosa di spurio, forse, si è intrufolato nei miei gesti -una distrazione di copista che biascica una pericope di chissà chi, di chissà quando- entrato quasi fatalmente nella mia tradizione -ma c’è un originale? Continuerò domani a inseguire l’archetipo, il suo profumo acquattato lungo i rami astratti di uno stemma. Ora, solo, piegherò la mano a porre un’altra crux -quante siano, ormai, sui miei giorni non guarderò -ho un silenzio carico di congetture e mi basta . Compresa in: AA. VV., Tracce 3, Roma 2015, Pagine, p. ...

Studentessa

Prenderò il mio tesoro e lo appenderò alle nuvole. Ne parlerà -forse- qualche Aristofane da trivio. Meglio essere Socrate che Meleto, dopotutto; meglio questo limbo di chi ha troppi inverni per lasciarsi vivere e troppo pochi per vivere; di chi non può ancor pagare l’ipoteca sulla vita a un creditore ubiquo, che ci odia perché consumiamo poco, senza produrre, né crepare. Carmina non dant panem e nemmeno circenses. Grazie al cielo. Ancora, cammino da straniera nella mia città. E dico alle brave persone dal cuore funesto: «È vivo solo chi ha un tesoro da appendere alle nuvole.» Compresa in: AA. VV., Tracce 3, Roma 2015, Pagine, p. 63.

Partita a scacchi

«Il punto è questo…» E muovi un cavallo zigrinato come una chiave sulla griglia dei nostri pensieri serrati (piove e non siamo in un pineto. Peccato). Meglio guardare il mondo così, come fosse una scacchiera, dove bianco e nero non superano mai la linea d’ombra. In questo modo, si può anche vincere, con una pacatezza di vecchio lupo su un viso ancora intatto. Scacco matto al re senza volto. E io (s’agitano Faust e il paradosso del fuoco e fors’altri fiori del male nel mio vaso incantato) plaudo in silenzio al tuo gioco di prestigio –io, strega da niente. (Osteria Letteraria Sottovento Pavia, ottobre 2013) Compresa in: AA.VV., Tracce 3, Roma 2015, Pagine, p. 62.

Abisso

Il cerchio delle tue braccia è un orlo d’abisso da cui sale la cadenza cupa del tuo cuore Greve come le ossa della terra Profonda come le vene degli Oceani Incanto perfetto per la mia anima ctonia. Compresa in: AA.VV, Tracce 3, Roma 2015, Pagine, p. 61.

Sepolcri imbiancati (ma non troppo)

Credevo che fosse difficile essere una ragazza bisessuale e spiegarlo a genitori senza troppa cultura, né “esperienza del mondo” – almeno, in questo campo. E invece…             Una ragazza lesbica, mia conoscente, mi contatta per fare quattro chiacchiere su Facebook, a proposito del Coming Out Day (11 ottobre). E ne saltano fuori delle belle.             «Mia madre è ipocrita… che è più grave, credo. Davanti, dice: “Gli omosessuali che fanno di male? Si amano!” Ma, poi, la prospettiva di una figlia lesbica per poco non la faceva svenire... Mi ha detto cose orribili. Sono stata io, stupida, a cedere al suo interrogatorio. Ma ero in un momento delicato... no figurati, è ipocrita ed è vero. E fa la finta progressista. Forse, la mia sola ‘colpa’, se così si può dire, è di aver represso la mia natura, in maniera inconscia. Ma è tornata fuori circa un anno fa, ed ho ceduto all’e...