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HeArt of Gaza: l’arte dei bambini dal cuore dell’inferno

“Sotto le macerie” (Qamar Timraz, 17 anni): una delle opere della mostra itinerante "HeArt of Gaza".
Sotto le macerie (Qamar Timraz, 17 anni)
“HeArt of Gaza” è una mostra itinerante che espone i disegni eseguiti dai bambini che vivono a Deir Al-Balah, al centro della striscia di Gaza. Il progetto è nato da un’idea di Mohammed Timraz, un ragazzo del posto: in una tenda, ha cominciato ad accogliere regolarmente questi bimbi, per regalare loro uno spazio sereno in cui esprimersi e trovare sostegno contro gli orrori della guerra in corso. Le più grandi del gruppo, Qamar e Misk, hanno assunto la funzione di aiutanti. Grazie ai fogli e ai colori messi a disposizione dei piccoli, la tenda si è guadagnata il nome di “Tenda degli artisti”. Col tempo, è diventata anche un rifugio per gli sfollati e per chi aveva perso la casa nei bombardamenti. In uno di questi, il 30 ottobre 2023, Reema e Hammad, due degli artisti, sono morti insieme a quasi tutta la loro famiglia. 

            Le opere create nella Tenda sono arrivate anche a Manerbio, nella Sala Bianchi, dal 18 al 20 ottobre 2025. L’iniziativa era firmata dalla Parrocchia e dal Coordinamento “Cittadini per la Pace”, col patrocinio del Comune.

            Fra gli altri, è stato così possibile contemplare la tremenda vicenda di “Hind” (realizzata da Qamar e Misk Timraz, rispettivamente 17 e 15 anni): una bambina rimasta bloccata nell’auto insieme ai familiari uccisi, circondata da carri armati. La sua storia è anche il soggetto del film “La voce di Hind Rajab”, proiettato al Politeama di Manerbio il 13 ottobre 2025. Di grande impatto era “Reema”, un volto totalmente annegato nel rosso sangue, esclusi i grandi occhi azzurri. È il volto dell’artista che abbiamo già citato, rappresentato nel momento in cui languiva sotto le macerie della propria casa. Il disegno è stato realizzato proprio da Reema Musbah Timraz e da Qamar Timraz, rispettivamente di 9 e 17 anni.

 Così pure “Sotto le macerie” (Qamar Timraz, 17 anni) mostrava un solo occhio che faceva capolino dai muri crollati; nei pressi delle palpebre, un germoglio indica la speranza della salvezza e della ricostruzione. Più patriottico e religioso era “Palestine is free and resilient” (= “La Palestina è libera e resiliente”): una bandiera palestinese campeggiava al centro, circondata dalle parole di una preghiera in arabo. L’artista era Mohammed Musbah Timraz (13 anni), fratello di Reema.

“Messaggio” (di Shahed Al-Zaqzouq, 7 anni) mostrava nuvole da cui piovevano cuori colorati: un tentativo di distribuire un po’ di felicità. “Cats” era una galleria dei gatti domestici passati per la casa di Qamar. Sempre suo era il “Vortice” multicolore, che ricordava una fiabesca tempesta di sabbia. 

"Vortice" (Qamar Timraz, 17 anni), dalla mostra itinerante "HeArt of Gaza".
Vortice (Qamar Timraz, 17 anni)

            “La nostra casa” (di Sehaam Mohammed e Shahed Al-Zaqzouq, 6 e 7 anni) immortalava la dimora prima del bombardamento che l’aveva distrutta. “La distruzione” (della nota Qamar) rappresentava invece il momento dello scoppio di una bomba: la nube di fuoco e fiamme, i frammenti di muro e gli abiti infantili in volo ovunque. Anche Iman Mohammed Nour (6 anni) aveva cercato di conservare il ricordo della propria casa, disegnandola con molti colori. D’impatto quasi espressionista era “Ghost City” di Qamar, che rappresentava Gaza trasformata in una città fantasma da film horror. Di tutt’altro tenore era “Il giardino” di Shaam Mohammed (7 anni): un prato assolato dove cinque bambini facevano volare gli aquiloni nel cielo azzurro, prima dello scoppio dell’attuale guerra.

            Questi sono solo alcuni esempi della capacità espressiva dei piccoli artisti. Ricordi, orrore, speranza, lutto: tutti i colori di quello che, ormai, pochi temono ancora di chiamare genocidio.

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