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Visualizzazione dei post da novembre, 2025

HeArt of Gaza: l’arte dei bambini dal cuore dell’inferno

Sotto le macerie  (Qamar Timraz, 17 anni) “HeArt of Gaza” è una mostra itinerante che espone i disegni eseguiti dai bambini che vivono a Deir Al-Balah, al centro della striscia di Gaza . Il progetto è nato da un’idea di Mohammed Timraz , un ragazzo del posto: in una tenda, ha cominciato ad accogliere regolarmente questi bimbi, per regalare loro uno spazio sereno in cui esprimersi e trovare sostegno contro gli orrori della guerra in corso. Le più grandi del gruppo, Qamar e Misk , hanno assunto la funzione di aiutanti. Grazie ai fogli e ai colori messi a disposizione dei piccoli, la tenda si è guadagnata il nome di “Tenda degli artisti” . Col tempo, è diventata anche un rifugio per gli sfollati e per chi aveva perso la casa nei bombardamenti. In uno di questi, il 30 ottobre 2023, Reema e Hammad, due degli artisti, sono morti insieme a quasi tutta la loro famiglia.              Le opere create nella Tenda sono arrivate a...

Manerbio, il Mella e i suoi ponti

Una voce importante della storia di Manerbio sono i suoi ponti sul Mella .  Verso il 1501 a.C., il letto del fiume non era ancora ben definito. Ciò rendeva la zona assai acquitrinosa. Le piene del Mella avevano però creato alte terrazze di ghiaia, pietra e sabbia. Il luogo più salubre ove insediarsi era la zona degli attuali Roncagnani , relativamente elevata. A creare il primo vero e proprio villaggio furono probabilmente gli Etruschi . Essi proseguirono il lavoro di arginamento del Mella e del Molone, già iniziato dai Liguri. Con l'arrivo dei Celti (III - I sec. a.C.) , fu presumibilmente costruito il primo ponte in legno a ovest dell'insediamento detto "Vicus Novus" (="villaggio nuovo"), oggi noto come "I No' " . Questa era l'area in cui gli Etruschi si erano spostati all'avvento dei Celti e corrispondeva approssimativamente all'area dell'oratorio e di via San Martino: poco ambita, perché più bassa e acquitrinosa. Con...

Una "green belt" per Manerbio?

La necessità di piantare nuovi alberi per riassorbire le emissioni di anidride carbonica e frenare il mutamento climatico è un argomento di urgente attualità.               Il prof. Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale e docente all’Università di Firenze, ha proposto di riconvertire in spazi verdi almeno il 20% delle superfici stradali urbane. Assai simili sono le posizioni del dott. Daniele Zanzi, agronomo ed esperto di alberi monumentali. Sarebbe auspicabile per ogni città avere una “green belt”, una “cintura verde” sottratta alla cementificazione. Questo tipo di iniziative va diffondendosi nelle città europee. Sarebbe un progetto fattibile anche a Manerbio? Sì, secondo Gabriele Pellegrini, geometra e laureato in Economia e Commercio. Lui, per lavoro, collabora abitualmente con agronomi e forestali. Ha contribuito alla realizzazione di parchi e boschetti, seguendo tecniche d’ingegneria naturalistica e per il riassetto i...

"La dolce vita" ha un fondo amaro

Chi non ha mai sentito nominare La dolce vita di Federico Fellini (1960) ? È uno di quei film proverbiali anche per i non cinefili. A molti è capitato di indossare una "dolcevita" , la maglia del protagonista. Un fotografo che sorprende le celebrità in occasioni private è un "Paparazzo" , come l'omonimo personaggio. Eppure, quanti hanno davvero guardato questa lunga pellicola fino in fondo? Essa può sorprendere.  Fonte: Collider.com "La dolce vita" è un titolo ripreso da una commedia di Arnaldo Fraccaroli. È divenuto sinonimo di lusso, divertimenti notturni, feste e avventure galanti: il mondo in cui lavora Marcello (Marcello Mastroianni), cronista mondano a Roma. Lui proviene da una zona provinciale: è evidente che è arrivato nella capitale per fare carriera e respirare un'atmosfera più viva. Si può dire che "ce l'abbia fatta", in un'Italia che inizia a dimenticare guerra, povertà e arretratezza. Però, fin da subito, la vita ap...

"Nosferatu" (2024) di Eggers: da dove viene il male?

Fonte: Posterspy.com Il Nosferatu di Robert Eggers (2024) non ha bisogno di presentazioni. È il remake di ben due capolavori omonimi, quello diretto da Friedrich W. Murnau nel 1922 e quello diretto da Werner Herzog nel 1979. Due mostri sacri, letteralmente. Eggers si è misurato con loro e (a parer nostro) ha vinto grandiosamente la sfida. Probabilmente, il motivo è che non si tratta di un mero remake. Trama e tematiche hanno una loro originalità. D'altronde, già Murnau si era discostato dal Dracula di Bram Stoker e Herzog aveva ulteriormente aggiunto del proprio. Il Nosferatu del 2024 è benedetto anche dall'incredibile fotografia di Jarin Blaschke , che ricorda i potenti chiaroscuri delle tele di Georges de La Tour. Potente è anche l'interpretazione della figura di Knock (Simon McBurney), l'analogo di Renfield: un adepto di Nosferatu quasi più terribile del maestro, nella sua ossessione divoratrice che qui lo avvicina ad Hannibal. Il fascino gotico e visionario delle am...