Durante i mesi di lockdown, la preoccupazione per l’andamento dell’economia è stata uno dei fantasmi che hanno accompagnato la pandemia. Per quanto riguarda Manerbio, abbiamo pensato di fare una rapida ricognizione in alcuni negozi di diversa tipologia, per avere un assaggio della situazione locale.
Nel settore erboristico e “bio”, ovviamente, durante la quarantena è rimasto invariato il commercio di generi di prima necessità, come gli alimenti per celiaci. Si è bloccata invece la vendita di profumi e cosmetici. Le possibilità di risparmio sono dunque state poche, date le spese elevate (rifornimenti, affitto, commercialista, corrente elettrica, tassa sui rifiuti…). Dato che l’arresto delle attività durante la quarantena ha avuto conseguenze negative sulle entrate di qualsiasi famiglia, gli acquisti non sono ancora decollati nemmeno dopo la fine del lockdown.
È andata meglio nel settore
merceria, almeno per quelle attività che si sono dotate di commercio on line. La
quantità di tempo libero non richiesto ha spinto molti a riscoprire
l’uncinetto, la calza e il cucito, anche servendosi di tutorial su YouTube.
Perciò, sono state molto richieste le stoffe per gonne e camicie, nonché il
cotone per l’uncinetto. Non occorre parlare degli elastici per mascherine,
andati a ruba per ovvie ragioni. La combinazione di acquisto su Internet e
servizio di consegna a domicilio (rispettando naturalmente le restrizioni alla
circolazione) si è rivelata salvifica per le mercerie che se ne sono dotate.
Dopo il lockdown, le vendite sono calate, ma questo avviene ogni estate.
Del tutto fermi sono rimasti gli
studi fotografici. Qualcuno si è adoperato per documentare “Manerbio ai tempi
del Covid”, immortalando i luoghi pubblici inverosimilmente deserti e i lumini
accesi sul ponte del Mella. Altra soluzione è stata dedicare qualche scatto ai
propri hobby (modellismo). Un grosso inconveniente sono stati i guasti tecnici
nel periodo di massima restrizione della circolazione: se il tecnico richiesto
non risiedeva a Manerbio, era praticamente impossibile riparare gli strumenti.
Sono ovviamente venuti meno i servizi fotografici agli eventi pubblici, sacri o
profani che fossero. Tutti gli impegni di questo genere sono stati rimandati e
si può prevedere che saranno finanche eccessivi, l’anno prossimo.
Le preoccupazioni maggiori, però,
provengono da caffè e ristoranti: il settore più colpito sia dalle misure
sanitarie ufficiali che dalle paure della gente. Gli esercizi privi di tavoli
all’aperto hanno visto un calo notevolissimo del numero di avventori. Per i
piccoli caffè senza plateatico, la ripartenza è lenta e con spese maggiori
degli incassi.
Pubblicato su Paese Mio
Manerbio, N. 157 (settembre 2020), p. 18.
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