Passa ai contenuti principali

Casa, dolce casa… Quarantena e mercato immobiliare

L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 e la quarantena hanno certamente avuto un impatto notevole sul modo di vivere i propri spazi abitativi. Per mesi, essi sono stati il nostro unico mondo, con tutti i pro e i contro della cosa. Ciò non è stato privo di conseguenze nel mercato immobiliare. 

alessandra saldini agenzia immobiliare

Ne abbiamo parlato con Alessandra Saldini, titolare dell’omonima agenzia.

Il lockdown ha causato vari rallentamenti anche nel settore immobiliare, soprattutto burocratici, oltre che incertezze dovute a situazioni lavorative inaspettatamente mutate.

La fase più restrittiva della quarantena ha visto rimandare a data da destinarsi decine di appuntamenti, sia per coloro che volevano comprare casa, che per i proprietari decisi a venderla.

Una cosa è certa: è cambiata la tipologia di abitazione ricercata. «Il confinamento forzato tra le mura domestiche ha portato le famiglie a rivedere le proprie necessità e, di conseguenza, i luoghi dell’abitare» spiega Alessandra. «In generale, si cercano locali più spaziosi, possibilmente con terrazza o giardino. Per chi sta valutando di poter svolgere un lavoro in smartworking, si prospetta anche l’idea di avere una stanza in più dove lavorare da casa». Si sta rivedendo quindi il proprio concetto di benessere, legandolo alla possibilità di avere spazio per sé e per i propri cari e al contatto con la natura.

Per quanto riguarda le quotazioni degli immobili, stando alla Saldini, per il momento sono rimaste stabili.

«Cambia la necessità delle persone e quindi, in taluni casi, il bisogno di vendere per forza fa abbassare il prezzo» spiega Saldini «così come la necessità di un certo tipo di immobile può alzarne l’offerta. Fondamentalmente, però, il mercato immobiliare ha sempre funzionato così».

Di certo, in un periodo di generale incertezza economica, gli immobili sono rimasti un investimento sicuro. «La dimostrazione è data dalle banche che continuano a loro volta a investire, proponendo prodotti sempre più interessanti ed accattivanti con tassi decisamente bassi».

 

Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 155 (luglio 2020), p. 4.


Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e Victoria, destinati a un matrimonio di convenienza, non è co

"Gomorra": dal libro al film

All’inizio, il buio. Poi, lentamente, sbocciano velenosi fiori di luce: lividi, violenti. Lampade abbronzanti che delineano una figura maschile, immobile espressione di forza.   Così comincia il film Gomorra, di Matteo Garrone (2008), tratto dal celeberrimo libro-inchiesta di Roberto Saviano. L’opera del giornalista prendeva avvio in un porto: un container si apriva per errore, centinaia di corpi ne cadevano. Il rimpatrio clandestino dei defunti cinesi era l’emblema del porto di Napoli come “ombelico del mondo”, dal quale simili traffici partono ed al quale approdano, da ogni angolo del pianeta. Il film di Garrone si apre, invece, in un centro benessere, dove regna un clima di soddisfazione e virile narcisismo. Proprio qui esplode la violenza: tre spari, che interrompono il benessere e, al contempo, sembrano inserirvisi naturalmente, come un’acqua carsica che affiora in un suolo perché sotto vi scorreva da prima. Il tutto sottolineato da una canzone neomelodica italiana: i