Il regista e drammaturgo Nicola Fasanini è già stato ospite su queste pagine per i suoi spettacoli su angeli e demoni. Stavolta, ha voluto viaggiare più in là, nell'universo del vudù.
Voodoo Mon Amour era infatti il titolo dello spettacolo rappresentato al teatro dell'Oratorio S. Paolo VI di Castel Mella, sabato 17 maggio 2025. In scena, c'erano Francesco Santi, Elisa Fumasi, Charlotte Mattini, Francesca Ambrogi, Giacomo Sebastiano Micheli, Giulia Pelizzari, Herbert Brunelli, Irene Schena, Jacopo Albertini, Laura Fumasi, Lorenzo Schena, Manuele Pedretti, Martina Zacchi, Michele Traversari, Nicola Minardi, Silvia Traversari. Un cast numeroso per interpretare il folto pantheon vudù, vestito coi costumi di Pietro Fassina.
Ma cos'è il vudù? Per molti, è vagamente connesso con bamboline, maledizioni e stregonerie. I più raffinati lo ricollegano alle storie sugli zombie.
In realtà, è una religione sincretica, affermatasi a Haiti e non solo. È nata dal politeismo e dall'animismo africani, incontratisi col Cristianesimo. Dopo lo sterminio della popolazione locale nel 1533, Haiti vide l'arrivo degli schiavi neri. Essi mantennero buona parte delle proprie credenze, senza poterle manifestare apertamente. Dalla rielaborazione di queste, nacque appunto il vudù. Più volte messo fuorilegge, è però rimasto in vita fino ai giorni nostri, convivendo col cattolicesimo.
Una delle sue divinità principali (non attestata in Africa) è Baron Samedi. Il suo nome è francese (come buona parte del lessico vudù) e significa "Baron Sabato". È infatti elegante e dissoluto, amante della "bella vita", nonostante sia il signore dei morti. A lui spetta accettare o meno le anime nell'aldilà. S'invaghisce spesso di donne mortali e proprio da qui prende spunto il dramma di Fasanini. Baron Samedi si è infatti innamorato di Brigitte, una ragazza della Louisiana. Lei è una sorta di Cenerentola malmenata dal padre, divenuto cupo e violento dopo che la moglie è morta di parto. Brigitte ha però il dono di poter camminare fra i vivi e i morti e di contattare gli dei stessi. In questo, trova felicità e riscatto. Grazie a un libro misteriosamente comparso sotto il suo cuscino, trova la via per incontrare Baron Samedi e tutti i Loa, le divinità vudù. Ogni sabato, è invitata a danzare e festeggiare con loro. Un giorno, Brigitte stessa diverrà una Loa, ma solo se morirà di morte naturale. Se la sua dipartita dovesse essere violenta e prematura, l'equilibrio del mondo divino sarebbe a grave rischio.
Tra momenti d'allegria e scene di tragedia, lo spettacolo ha dipinto una spiritualità del riscatto e della giustizia, in cui la danza è contatto col divino e in cui al sommo potere giungono solo gli umili che parlano col cuore. Non avrebbe potuto essere altrimenti, per una religione creata da schiavi che volevano mantenere un contatto con le proprie radici libere.
Pensando alle tante Brigitte in cerca di giustizia e felicità, non è difficile capire perché il vudù sia così intenso e dai chiaroscuri tanto profondi. Parla delle emozioni più radicate e radicali dell'essere umano. Libertà e oppressione, festa e lutto, sangue e poesia: tutto questo è stato espresso dai giovani attori di Fasanini, al termine di un titanico sforzo teatrale. Ecco perché possiamo dire: "Voodoo Mon Amour!"
I libri sul vudù (più o meno seri) sono un'infinità. Se vuoi leggere su questo argomento, potrebbe fare al caso tuo un comodo abbonamento ad Amazon Kindle Unlimited!
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