Parte II: La Regina di Spade
4.
Nilde
trascinò il borsone su per le scale. «La tua stanza è in fondo al corridoio»
spiegò Irene Serra.
La
ragazza si guardò intorno. L’abitazione della sua maestra di spada sorgeva in
una zona tranquilla e periferica di Pavia, nel mezzo di un giardinetto privato.
Aveva un salotto ampio e arioso, con un pianoforte – e diverse katane appese al
muro. Si era aspettata di trovarvi una profusione di quadri e quadretti
paesaggistici, come accadeva spesso nelle case di quel tono. Ma Irene sembrava
preferire una forbita sobrietà. Le uniche decorazioni erano rappresentate da
caratteri giapponesi, dipinti su carta e incorniciati. Insieme alle lame, erano
il segno d’un passato inaccessibile a Nilde.
«Dopo aver disfatto i bagagli,
potrai rinfrescarti» proseguì la padrona di casa, con la sua tersa e profonda
voce di contralto. «La cena è alle sette e mezza esatte».
«Grazie…» fece la ragazza, di
rimando. Cercò di sciogliere la tensione con un profondo respiro.
[Continua]
Pubblicato sul quotidiano on line Uqbar Love (26 maggio 2016).
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