Non
sono state affatto “chiacchiere da bar” quelle tenutesi al Ragtime Café di
Manerbio in tre serate. Il 7, il 14 e il 21 aprile 2016 sono stati “I giovedì
tematici” organizzati dal giornalista e scrittore Diego Baruffi.
Il primo riguardava “La dipendenza
dal gioco”. La relatrice era la dott.ssa Greta Savio, psicologa e
psicoterapeuta. La famosa “ludopatia” è in tutto simile ad altre forme di
dipendenza. Attualmente, è incoraggiata dalla facilità di reperire i mezzi per
sfidare la sorte, che si tratti dei Gratta&Vinci, del Lotto o delle famose
“slot machine”. Questa disponibilità rende spesso subdolo e inconsapevole
l’inizio della dipendenza. Lo Stato, per giunta, ricava elevate entrate di
denaro dal gioco d’azzardo. Oltretutto - ha sostenuto la dott.ssa Savio - le
dipendenze patologiche non sono trattate come un reale problema medico dalle
strutture ospedaliere. La loro cura è affidata ai privati, soprattutto in
ambito religioso (le famose “comunità di recupero”). La ludopatia coinvolge
allo stesso modo uomini e donne, ragazzi e adulti, pensionati e professionisti.
Il gioco permette di distrarsi dai problemi più gravi, di cullarsi con
l’illusione di una vincita. Quest’ultima è però resa sempre più impossibile
dall’aggiornamento dei giochi prodotti. Il compito dello psicoterapeuta - ha
spiegato la dottoressa - è aiutare il ludopatico a osservarsi, a comprendere i
meccanismi mentali innescati dall’azzardo.
La seconda serata s’intitolava
“Storia e curiosità sulle banconote false”. Se n’è occupato il numismatico
Michele Monteverdi. La pratica della falsificazione, antica e universale, è un
incrocio fra reato e arte. Vi sono persino “grandi firme”, come Paolo Ciulla (Caltagirone,
1867 – 1931) e Attilio Pollastri (Genova 1878 - 1957?). Ciulla diede
alla propria arte anche una sfumatura sociale, distribuendo le proprie
banconote agli indigenti.
La
serata è stata un excursus sulla storia nostrana, attraverso le banche
regionali e la loro sostituzione con la Banca d’Italia. Le vicende del Paese
sono state accompagnate - fino al Terzo Millennio - dalla banconota da mille
lire. I partigiani falsificarono le 100 lire della Repubblica Sociale Italiana,
per autofinanziarsi; le contrassegnarono con una data di emissione inesistente,
forse simbolica.
Per
finire, la dott.ssa Savio è tornata per dissertare de “La dipendenza dalle
sostanze stupefacenti”. Questo fenomeno si inserisce nel più complesso percorso
di crescita e raggiungimento dell’autonomia che ciascuno compie. Nelle
cosiddette “droghe”, spesso, l’interessato ricerca una sicurezza che non ha
interiormente, un’evasione da una situazione tragica o semplicemente da
debolezze che non riesce ad accettare. Da mezzo di ribellione (in epoche in cui
le famiglie erano autoritarie), la tossicodipendenza è diventata più spesso
frutto dell’incapacità di dire (o dirsi) di no. A ciò si aggiunga la crescente
abitudine dei trafficanti di diffondere sostanze impure, dalla composizione
incerta, per risparmiare.
La
cura della tossicodipendenza combina il lavoro psicologico (presa di coscienza,
innalzamento dell’autostima, motivazione) a quello farmacologico (ristabilire
una chimica sana nell’organismo) e a una corretta informazione. La dott.ssa
Savio ha sottolineato la necessità di un approccio scientifico, non
paternalistico o moralistico, alla questione: demonizzare, spesso, significa
idealizzare. Ha spiegato anche che la distinzione fra droghe “leggere” e
“pesanti” è superficiale. Gli stupefacenti agiscono comunque sul cervello, sul
cosiddetto “centro del piacere”, producendo sensazioni non ottenibili
naturalmente. L’uso di cannabis, in particolare, facilita l’insorgere della
schizofrenia. Il centro della questione non è la legalità o meno di un
comportamento, ma i danni oggettivi che provoca alla salute e alla vita
sociale.
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