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Le isole al termine del mondo

“Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato.” Questa citazione di Edgar Allan Poe accompagnava le “calde memorie” di Fabio Sterza, nella forma di fotografie. Esse erano raccolte nella Sala Mostre del municipio di Manerbio, sotto il titolo “Lofoten: le isole al termine del mondo”. L’inaugurazione dell’esposizione ha avuto luogo il 6 maggio 2016. 

            Sterza, per l’appunto, è un fotografo amatoriale. Il suo primo viaggio in Norvegia fu nel 1990, a Capo Nord. Poi, scoprì le isole Lofoten, “il paradiso dei fotografi”. In compagnia del fido Giuseppe Trementini, per gli amici Beppino, «che è stato un instancabile guidatore, senza il suo aiuto non sarei riuscito a fare alcune foto e, naturalmente, munito di tanta pazienza, visto che non è fotografo», ha attraversato quelli che assomigliano molto ai limiti settentrionali del mondo.
Sterza è soprattutto un “cacciatore di aurore boreali”, fenomeno luminoso legato all’attività magnetica del Sole: esse si manifestano come iridescenze nei cieli sui poli terrestri. Queste “aurore polari” prendono il nome di “boreali”, quando si verificano nell’emisfero settentrionale del pianeta.
            La magia di questi giganteschi spettri danzanti, però, non ha distratto Sterza da altri soggetti, più terreni, ma pur sempre fascinosi: la bellezza glaciale di un bosco che si riflette nell’acqua, montagne ricamate di neve, villaggi incastonati ai piedi di scogliere. Sono immancabili le “case rosse”, tutt’oggi segnate dalla tinta usata dai pescatori poveri: quella del sangue dei pesci.
“Case dei rematori”, propriamente, sono i cosiddetti “rorbuer”: abitazioni in legno simili a palafitte. Da alloggi spartani, sono diventati comodi locali per accogliere i turisti.
            Le didascalie della mostra specificavano che le isole Lofoten sono collegate dall’autostrada E10, nonché da un sistema di tunnel e ponti stradali. Contrariamente a quanto ci si può aspettare, il loro clima è relativamente mite, grazie alla calda Corrente del Golfo. La bellezza dell’arcipelago, unita a fenomeni come l’aurora boreale e il sole a mezzanotte, attrae regolarmente turisti lassù. L’altra grande voce dell’economia locale è - ovviamente - la pesca del merluzzo. Buona parte di esso viene esportato proprio in Italia. Allo stoccafisso è dedicato anche un museo. 
            La locandina della mostra, per il 7 e l’8 maggio, prevedeva anche letture animate per i bambini a cura della biblioteca civica (“Via libera per il cielo”) e la conferenza “Le aurore: come, quando e perché”, affidata al sig. Vladimiro Marinello (presidente dell’Unione Astrofili Bresciani).


Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 108 (maggio 2016), p. 4.

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