Il
25 aprile 2016 è il 71° anniversario della Liberazione. Come di consueto, a
Manerbio è stato commemorato con una Messa in chiesa parrocchiale e con
celebrazioni di piazza. Gli Alpini hanno deposto una corona d’alloro sul
monumento alla Resistenza, in Piazza Aldo Moro. Erano presenti bambini e
ragazzi delle scuole, le autorità comunali e rappresentanze delle associazioni
locali.
Il cosiddetto “Piazzolo” di via XX
Settembre è stato scelto per il saluto del sindaco Samuele Alghisi - per
l’occasione, fregiato del suo cappello da Alpino. La commemorazione storica è
spettata alla prof.ssa Maria Piras. Le sue parole hanno resuscitato Giuseppe
Bassani (Gottolengo 1926 – Mathausen 1945). Chiamato alle armi dalla Repubblica
Sociale Italiana, preferì unirsi alla brigata Matteotti, in Valtellina.
Catturato da soldati italiani, fu deportato nel lager di Mathausen, ove morì. A
lui è dedicata la sezione manerbiese dell’A.N.P.I., Associazione Nazionale
Partigiani d’Italia. Poco più vecchio era Giulio Berteni, nato a Manerbio nel
1923. Militare, si rifiutò di collaborare con la Repubblica Sociale Italiana e
fu per questo deportato in Tirolo, dove morì di lavoro forzato. Altri
manerbiesi internati nei lager furono il quarantunenne Giuseppe Filippini, che
sopravvisse fino al 23 dicembre 1944, e il fante Paolo Franceschetti, rinvenuto
in una fossa comune a Sniha, nell’ex-Cecoslovacchia. Fra i protagonisti della
Resistenza manerbiese, come era doveroso, sono stati ricordati Santo Gritta, Pietro
Leoncini, Palamede Morandi, Enrico Tedoldi.
Quest’anno, la novità è stata l’inaugurazione
di alcune formelle metalliche incastonate nell’acciottolato del Piazzolo. Sono
state chiamate “Pietre d’inciampo”, perché ciascuna è un invito a fermarsi e
leggere i nomi che riportano: quello di un partigiano, o di un internato
militare italiano nei lager. I bambini delle scuole elementari hanno salutato
le Pietre eseguendo - con voci e flauti -“Auschwitz”, la nota canzone dei
Nomadi.
In Piazza Cesare Battisti, è stato
omaggiato d’alloro un altro monumento: quello ai caduti, fra le note dell’inno
nazionale. Un momento più tenero è stato quello in Piazza Italia, dove i
bambini delle scuole parrocchiali hanno liberato grappoli tricolori di
palloncini e distribuito biglietti commemorativi.
Tutti
i passi della giornata sono stati scanditi dal Civico Corpo Bandistico “S.
Cecilia”.
Infine,
i portici del municipio si sono aperti per mostrare il graphic novel realizzato
dalla III B e dalla III F delle scuole medie “A. Zammarchi”, insieme a due
classi di Offlaga. I protagonisti erano: Giuseppe Bassani; il tenente Franco
Zenucchini e il comandante De Toni, internati per non aver aderito alla
Repubblica di Salò; altri di coloro che compaiono sulle “Pietre d’inciampo”.
Per l’appunto, quella di un inciampo è la sensazione che danno queste storie:
un improvviso blocco del pensiero, alla ricerca dei nemici contro cui oggi si
dovrebbe resistere. Ricerca difficile, quando essi non impiegano più il
manganello e le camionette.
Buongiorno, ho letto solo ora questo post. Vorrei avere la possibilità di approfondire la storia di Pietro Leoncini, Palamede Morandi, Enrico Tedoldi. Cortesemente mi potete mettere in contatto con la prof.ssa Anna Maria Piras?
RispondiEliminaPosso lasciare un numero di telefono o una mail?
Non sono molto pratico di queste cose.
Grazie
Roberto
Egregio Roberto Stucchi,
Eliminase desidera lasciare i Suoi recapiti, è meglio che li spedisca al seguente indirizzo: EricaGazzoldi@gmail.com
Dopo averli ricevuti, farò del mio meglio per metterLa in contatto con Maria Piras. Le saprò dire in ogni caso.