“Un
maestro zen vide uno scorpione annegare e decise di tirarlo fuori dall’acqua.
Quando lo fece, lo scorpione lo punse. Per l’effetto del dolore, il padrone
lasciò l’animale che di nuovo cadde nell’acqua in procinto di annegare. Il
maestro tentò di tirarlo fuori nuovamente e l’animale lo punse ancora. Un
giovane discepolo che era lì gli si avvicinò e gli disse: «Mi scusi, maestro,
ma perché continuate??? Non capite che ogni volta che provate a tirarlo fuori
dall’acqua vi punge?» Il maestro rispose: «La natura dello scorpione è di
pungere e questo non cambierà la mia che è di aiutare». Il maestro rifletté e,
con l’aiuto di una foglia, tirò fuori lo scorpione dall’acqua e gli salvò la
vita; poi, rivolgendosi al suo giovane discepolo, continuò: «Non cambiare la
tua natura se qualcuno ti fa del male, prendi solo delle precauzioni. Perché
gli uomini sono quasi sempre ingrati del beneficio che gli stai facendo. Ma
questo non è un motivo per smettere di fare del bene, di abbandonare l’amore
che vive in te. Gli uni perseguono la felicità, gli altri la creano.
Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua
coscienza è quello che sei, e la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di
te… Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai
mille ragioni per sorridere.”
Non di solo pane. Sussidio di preghiera per la famiglia, domenica 18 ottobre 2015, XXIX del
Tempo Ordinario, Anno XV, N. 727, pag. 14.
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