L’11
agosto 2015, è stata approvata la legge regionale 23/2015: “Evoluzione del sistema sociosanitario
lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30
dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)”.
La questione è di particolare interesse per Manerbio, in quanto sede di un ramo
dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda. Per iniziativa dell’assessore
Fabrizio Bosio, il locale circolo PD “Lorenzo Manfredini” ha dedicato alla
riforma la serata del 30 settembre 2015. Nella Sala Mostre del Palazzo
Comunale, Bosio ha interrogato il sindaco Samuele Alghisi (anche membro del
Direttivo Provinciale ASL), Franco Berardi (Segretario Provinciale CISL) e Gian
Antonio Girelli (consigliere regionale della Commissione Sanità lombarda).
L’incontro
è stato aperto da Berardi, che ha illustrato i punti principali della l.r.
23/2015. Essa riguarda, principalmente: i rapporti fra sanità pubblica e
privata; l’articolazione delle strutture sul territorio; la presa in carico del
paziente dimesso, cronico o in riabilitazione. La riforma è dovuta venire
incontro a una realtà socio-sanitaria molto diversa, rispetto a quella di
vent’anni fa. Berardi ha sottolineato come l’aspettativa di vita vada
avanzando, come molti anziani vivano soli, come le famiglie siano sempre meno
inclusive e in grado di assicurare assistenza.
In
questo senso, la riforma potrebbe essere positiva, in quanto mirata ad
eliminare la separazione fra l’assistenza sanitaria e la solidarietà sociale.
L’art. 27 ter, infatti, istituisce l’Assessorato alla salute e politiche
sociali “Welfare”, che ne fonde due precedenti. Un punto molto criticato
durante la serata, invece, è stata la creazione di una selva di acronimi, per
indicare le nuove articolazioni del sistema sanitario lombardo. Le vecchie ASL
(Aziende Sanitarie Locali) dovrebbero venir ricomprese in una rete imperniata
su ATS (Agenzie di Tutela della Salute) e ASST (Aziende Socio-Sanitarie
Territoriali). Queste ultime sarebbero a contatto diretto col paziente. L’ATS
di Brescia comprenderebbe tre ASST: quella degli Spedali Civili, quella della
Franciacorta e quella del Garda.
Girelli
ha criticato la riforma, in quanto coinvolgerebbe solo la governance delle strutture sanitarie, senza intervenire sul
bilancio o sull’efficienza. A suo vedere, gli Spedali Civili (finora
considerati come enti a sé) verrebbero “declassati”, nel sistema delle ASST –
comunque gravate di troppe competenze per poter essere competitive, secondo
lui. Il sindaco Alghisi ha lamentato lo scarso ruolo riservato ai Comuni, nella
sanità lombarda così riformata.
Durante
la serata, i materiali distribuiti dal PD locale hanno apertamente preso
posizione contro la l.r. 23/2015. Berardi ha però ricordato che la sanità
lombarda pre-riforma, proprio per creare un’offerta variegata e specializzata
di servizi, ha trasformato il paziente in un cliente. Il suo intervento ha
menzionato l’art. 32 della Costituzione, che descrive la tutela della salute
come fondamentale diritto dell’individuo, a prescindere dalle sue disponibilità
economiche.
Paese Mio
Manerbio, N. 101, ottobre 2015, p. 5.
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