Il
30 ottobre 2016, l’offerta musicale del Politeama di Manerbio si è arricchita
di una proposta: una serata con l’Orchestra di Fiati della Valle Camonica,
diretta - per l’occasione - da Douglas Bostock. L’iniziativa ha visto il
patrocinio della Provincia di Brescia, nonché l’immancabile collaborazione
della Civica Associazione Musicale Santa Cecilia.
L’Orchestra si è costituita nel
2003, per il volere di musicisti residenti in Valle Camonica e Alto Sebino.
L’organico si è via via arricchito grazie ad amatori e ad allievi dei
Conservatori di Darfo, Brescia, Bergamo e Milano. Tra le rassegne a cui
l’Orchestra ha partecipato, ci sono: l’Ultrapadum Festival di Pavia, il
Festival Internazionale di Besana Brianza, il Mid Europe di Schladming
(Austria) e il Promenadenkonzert di Innsbruck. Fin dalla sua fondazione, è
diretta da Denis Salvini. La serata manerbiese, come si è detto, ha visto però
un direttore ospite: il britannico Douglas Bostock, dal 2001 direttore della
Argovia Philarmonic in Svizzera. Può vantare una carriera intercontinentale e
un repertorio vasto: dal Barocco alla musica contemporanea all’opera lirica.
Bostock lavora anche con giovani musicisti.
Al Politeama, lui e l’Orchestra di
Fiati si sono cimentati in brani lunghi e complessi. Il programma ha compreso
due composizioni di Percy Aldridge Grainger (Australia, 1882 - Stati Uniti,
1961): “The Lads of Wamphray” e “Colonial Song”.
Di Alfred Reed (Stati Uniti, 1921 -
2005), è stata proposta la “Fourth Suite for Band ‘City of Music’”, suddivisa
in un’ “intrada”, un’ “aria” e una “march”. Su Toshio Mashima (Giappone, 1949 -
2016), la presentazione di Bostock si è soffermata di più: sia perché il
compositore è defunto proprio quest’anno, sia perché egli si ricollega ai
ricordi di Douglas legati al Giappone, ove ha lavorato. La composizione in
programma era “Les Trois Notes du Japon”: titolo francese, come rimando alla
musica impressionista e a una cultura amata da Mashima, ma tematica giapponese.
I tre movimenti dell’opera, infatti, descrivono quadri bucolici del Sol
Levante: le movenze delle gru (“La dance des grues”), un lago che va
ghiacciandosi (“La rivière enneigée”) e una festa paesana (“La fête du feu”).
Dopo l’intervallo, è stata la volta
di Vacláv Nelhýbel (Repubblica Ceca, 1919 - 1996), con un “Trittico” (“allegro
maestoso”; “adagio”; “allegro marcato”).
L’ultimo titolo in programma era la
“Music of the Spheres” di Philip Sparke (Gran Bretagna, 1953). Una sorta di
“giro del mondo in musica” si è così concluso, idealmente, proprio nel Paese
d’origine di Bostock.
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