Ormai,
è previsto che il Pedibus comprenda un’attività-gioco sulla vita di un poeta.
Dopo Dante Alighieri (nel 750° anno dalla sua nascita), Cecco Angiolieri e
Francesco Petrarca, è arrivato Giovanni Boccaccio (Firenze o Certaldo, 1313 -
Certaldo, 1375). Figlio del mercante Boccaccino di Chelino e di madre ignota,
fu avviato prima al mestiere del padre, poi al diritto canonico. Ma quello che
Giovanni amava davvero era la letteratura. Fu così che divenne l’autore del “Decameron” (1349 - 1351): cento novelle
raccontate, in dieci giornate, da dieci amici fiorentini rifugiatisi in
campagna, per sfuggire alla peste del 1348. Di questo ha parlato una laureata
in Lettere ai bambini del Pedibus, ogni giovedì, dal 29 settembre al 27 ottobre
2016. L’attività s’intitolava “Raccontami una storia”.
Il breve discorso e il gioco,
ovviamente, erano accompagnati da disegni. Quello principale si ispirava
all’affresco di Buonamico Buffalmacco, datato 1336-1341 e custodito presso il
Campo Santo di Pisa. La scena prescelta era, appunto, quella dei “Dieci giovani
nel verziere”: eleganti ragazzi e ragazze in un giardino, apparentemente ignari
del mondo intorno a loro. Un’ipotesi non improbabile è che Boccaccio si fosse
ispirato all’affresco per la cornice del suo “Decameron”.
Sull’altro lato del cartello, erano
rappresentati bocche ridenti, un occhio piangente, due cuori e una borsa piena
d’oro. Così, erano riassunti i temi principali delle storie: burle e battute,
amori tragici, amori felici e l’ambiente mercantile in cui Boccaccio era
cresciuto.
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