In origine, era Coming Aut,
nata presso Radio Aut tra 2004 e 2005. Dal 2012, l’associazione si chiama, a
pieno diritto, Arcigay Pavia. Il socio fondatore è Giuseppe Polizzi,
che ne è anche presidente, oltre che consigliere nazionale e responsabile
nazionale dell’iniziativa legislativa sul matrimonio. Gli iscritti sono circa
1500, residenti a Pavia e provincia. Fra loro, Carla Stracci, caso
praticamente unico (negli ultimi anni) di drag queen italiana politicamente
impegnata: laureata in Giurisprudenza, lavora presso uno studio legale, dove si
occupa di tutela antidiscriminatoria.
Fin dall'inizio, Arcigay Pavia ha
collaborato con diversi locali, per creare occasioni di socializzazione.
<<La visibilità è importante per la comunità lgbt, perché permette quel “coming
out” che è liberazione>> spiega Polizzi. Attualmente, Arcigay Pavia
organizza una festa alla settimana presso il Caffè Teatro. L’animazione
comprende musica e karaoke. Al martedì sera, ha luogo anche la distribuzione
gratuita di profilattici. L’associazione ne ha acquistati 20 000, da
diffondere presso scuole superiori e università. Nella distribuzione, sono
attivi oltre 20 volontari, da aggiungere ai 10 impiegati nei singoli progetti. <<Ci
auguriamo che la campagna per il preservativo diventi nazionale>> chiosa
Polizzi. Arcigay Pavia ha anche organizzato un “Servizio Salute”, in
collaborazione con medici del Policlinico S. Matteo.
L’associazione raccoglie
quotidianamente segnalazioni di discriminazioni omofobe. Contrariamente
ad altri tipi di “diversità”, l’omosessualità è fattore d’invisibilità.
Il primo scoglio è la famiglia. Arcigay Pavia, perciò, fa opera di mediazione
e organizza percorsi di comprensione insieme ai genitori dei ragazzi omosessuali.
Eclatante il caso di due studenti del liceo “U. Foscolo”, nel luglio 2011:
scritte sui banchi, telefonate anonime e battute sconce, con un’intensità tale
da suscitare l’interessamento del Ministero delle Pari Opportunità.
A volte, sono i genitori dei
ragazzi gay a telefonare per essere aiutati a comprendere cosa sia
l’omosessualità. Altre persone chiedono informazioni sulle attività
dell’associazione e apprendono l’ABC dell’attivismo politico.
Nel 2009, presso il Comune, è
stato aperto uno sportello antidiscriminazioni, dove operano 20
associazioni: ovviamente, fra loro c’è l’Arcigay locale. Essa collabora con il
Coordinamento per i problemi dell’handicap, la UILDM , Cartaspina. La cooperazione ha dato vita
alla Festa delle Diversità, oltre che a eventi come “La memoria sono
anch’io” o “Salmoni Controcorrente”. Il filo tematico è, come già
detto, la “diversità”: tutti i fattori che portano all’emarginazione in
famiglia, a scuola, sul lavoro.
Sul piano politico,
l’azione è indispensabile, per ottenere il riconoscimento di omofobia e
transfobia come aggravanti penali o per introdurre in Italia il matrimonio
egualitario. “Egualitario” è il termine sottolineato da Polizzi: <<
“Matrimonio gay” è un’espressione inesatta>>. Tuttavia, Arcigay non si
identifica con alcuna corrente o partito. È una realtà distinta e dialogante.
L’obiettivo è abbattere quest’ultimo tabù normativo, dopo quelli della
razza, del genere sessuale, dell’handicap e dell’etnia.
L’attività culturale è portata
avanti, in buona parte, da Universigay, autonoma dal 2011 e iscritta
all’albo delle associazioni studentesche. La presiede Alessandra Alvarez,
allieva del corso di Biotecnologie. In ottobre, ha avuto inizio il
cineforum “Visioni di ordinaria
sessualità”. Le prime due pellicole sono state: “Boys don’t cry”, di
Kimberly Pierce (1999), e “Les amours imaginaires”, di Xavier Dolan (2010, mai
distribuito in Italia). L’11 ottobre 2012, Universigay ha ospitato a Pavia Giovanni
Dall’Orto, giornalista freelance. La conferenza (“La cultura gay visuale”)
era incentrata sul videoclip, che,
per il proprio carattere “pop”, testimonia la ricezione d’un tema a livello
diffuso. Naturalmente, l’ultimo Paese a sdoganare immagini di coppie gay è stato
l’Italia. Così come sarà l’ultimo Paese dell’Europa occidentale a legiferare su
matrimonio egualitario, omo- e transfobia. Dall’Orto non accusa la Chiesa cattolica.
<<Il Vaticano fa il proprio lavoro. La colpa, semmai, è di chi non lo fa.
Da 12 anni, non riesce a costituirsi un’opposizione politica. Il che
lascia il movimento gay senza interlocutori.>> L’auspicio è quello di “diventare
banali”. Vivere e lasciar vivere. Essere coppie fra le tante, che si dicono
con semplicità: “Ci vediamo a casa” (Dolcenera).
Inchiostro, novembre 2012, n° 121
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