Un bimbo e una scuola da incubo
Non guariranno facilmente le ferite del piccolo “Guidubaldo”
(nome di fantasia). Ferite nella mente e nel cuore, causate da educatori che si
sono rivelati indegni.
“Guidubaldo”
ha 6 anni. Frequenta il primo anno in una scuola elementare di C. La famiglia
ha chiesto riserbo sul luogo.
Il piccolo aveva già sentito parlare di compiti e note sul
diario, ma la realtà si è rivelata ancora più cruda delle aspettative. I
docenti pretendono il silenzio assoluto in aula. I bambini devono stare fermi
per ore nei banchi. Vietato andare al bagno durante le lezioni, se non dietro
formale richiesta. L’insegnamento è legato a schemi obsoleti, come l’apprendimento
mnemonico dell’alfabeto: esercizio arido, che tortura le menti infantili con
dubbio scopo. Il taglio dei compiti e le scadenze imposte per la consegna non
rispettano la personalità degli allievi, i quali hanno gusti e tempi assai
diversi fra loro. Non si può pretendere che a tutti piaccia imparare le cifre
dallo 0 al 9. Né che consegnino i disegni sul quaderno quando la maestra lo
richiede. “Guidubaldo” avrebbe dovuto addirittura dividere in sequenze tutto Biancaneve e i sette nani. Naturalmente,
non poté farlo entro il giorno indicato. Pronta la rappresaglia della maestra:
<<Dammi il diario!>> Una nota di biasimo ha macchiato l’innocenza
del bimbo, il quale a stento ha trattenuto le lacrime.
<<Siamo
disgustati da persone a cui abbiamo accordato la nostra fiducia>>
dichiara la mamma di “Guidubaldo”. <<Il direttore didattico non ha mosso
un dito, davanti a tutto questo. Ma io e mio marito ci batteremo per ridare la
serenità a nostro figlio. Quella nota deve essere tolta>>. Se non sarà
auspicabile chiudere addirittura quella scuola.
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