"Eccoci a chiudere un altro lavoro, diverso e forse più complesso rispetto agli altri, ma questo è stato l’intento. Dunque che cosa possiamo ricavare da un’analisi del genere?
Dobbiamo ritenere che il filologo, in vista del testo critico, non possa non tenere conto dei problemi di cui abbiamo trattato. Egli dovrebbe porsi queste domande, e trovare, limitatamente a ogni campo, la via più adatta che, come abbiamo detto, tenda alle certezza; in altre parole: che a ogni situazione generante incertezza, egli ponga domande di teoria. Il confronto con queste problematiche, consentendoci di isolare i campi d’incertezza e riconoscerli come tali, esorta la filologia, in sostanza, a un ripensamento di se stessa come disciplina incerta o relativamente certa..." (continua)
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