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A Manerbio le missioni segrete del Comandante Alfa


È famoso, ma nessuno conosce il suo volto e il suo nome. Il Comandante Alfa è giunto al suo terzo libro-memoriale, “Missioni segrete” (Longanesi, 2018). Gli altri, com’è noto, sono “Cuore di rondine” (Longanesi, 2015) e “Io vivo nell’ombra” (Longanesi, 2017). L’autore è stato uno dei fondatori del GIS, il Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri. Esso è stato istituito nel 1978. La sua destinazione sono le operazioni anti-terrorismo e anti-guerriglia. I suoi operatori provengono dal I Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”
comandante alfa gis manerbio
Il Comandante Alfa del GIS
a Manerbio
            A Manerbio, il Comandante Alfa è stato ospite per la presentazione di “Missioni segrete” al Teatro Civico “M. Bortolozzi”, il 23 aprile 2018. La locandina della serata era firmata dal Comune di Manerbio, dall’Associazione Nazionale Carabinieri e dalla parrocchia “San Lorenzo Martire”. Con il Comandante Alfa, hanno dialogato il giornalista Diego Trapassi e i fratelli Luca e Cristina Vianelli.
Il Comandante Alfa ha ricordato le proprie origini a Castelvetrano (TP): paese legato al nome di Matteo Messina Denaro e che il carabiniere vuole appunto far conoscere, per rompere il binomio che lo associa esclusivamente alla mafia. È comunque vero che lui stesso, da bambino, doveva mostrarsi “forte”, per competere con gli orgogliosi ragazzini delle famiglie mafiose. Attribuisce all’impulso del proprio nonno il fatto d’aver rivisto la propria mentalità e d’essere entrato nei Carabinieri: «Mi piaceva la loro divisa, ma soprattutto la loro storia».
Per quanto riguarda il GIS, il Comandante Alfa ha sottolineato che esso è stato l’unico reparto speciale scelto dal Tribunale Internazionale dell’Aja, per la cattura dei criminali di guerra.
Le famose “missioni segrete” avvengono perlopiù all’estero. Dato che comportano lunghe assenze da casa, è fondamentale che le famiglie dei membri del GIS condividano consapevolmente la loro scelta di vita.
Il GIS mantiene costante il proprio modo di operare: ciò permette di esercitarsi e intervenire nelle emergenze con un’adeguata preparazione mentale. Perché di natura mentale è la fatica maggiore: quella di dover essere sempre pronti.
L’attuale terrorismo internazionale è stato descritto da Alfa come composto soprattutto da “lupi solitari” radicalizzatisi tramite Internet: un tipo di azione imprevedibile, senza leggi o negoziazioni. Grande importanza è stata attribuita dall’autore alla preparazione della popolazione civile, in caso di attacco a terroristico a un luogo pubblico. Inaspettatamente (ma nemmeno troppo), il militare ha impostato i propri discorsi sul rifiuto del culto della violenza: «Il rispetto non si ottiene con la violenza, ma aiutando chi ne ha bisogno. Al di là dei gradi, ci vuole il rispetto reciproco. Dall’appoggiarsi a vicenda, viene un grande senso di sicurezza.» Altro motto: “Più sudore, meno sangue”. Ovvero: più si è ben addestrati, meno si ha bisogno di spargere sangue.
Nonostante abbia servito lo Stato, il Comandante Alfa non ha risparmiato critiche a un “sistema che ha abbandonato i giovani”: «I politici avrebbero bisogno di imparare a fare squadra, per risolvere i problemi sociali.» Ha auspicato anche un’ “apertura delle caserme”: più donne al loro interno, ma anche maggior dialogo coi giovani.
La serata è approdata al valore di una positiva “testardaggine” nelle proprie scelte esistenziali. «Se si fa qualcosa col cuore, non pesa. Il mio unico rammarico è essermi perso l’infanzia dei miei figli. Ma rifarei la stessa vita che ho fatto».

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