"…nunc et in hora mortis nostrae amen.
Già da alcuni minuti il piccolo crocchio appollaiato
attorno al feretro aveva iniziato la recita di uno stanco e meccanico rosario.
Velette nere si intrecciavano con ampi fazzoletti su cui scivolavano lacrime
sporche di trucco, mentre gli effluvi di svariati profumi dolciastri andavano a
mescolarsi tra loro impregnando l’aria già greve e tombale.
Tra le anonime sagome dei presenti spiccava la figura
minuta e diafana di una ragazza, seduta presso i genitori e intenta ad
osservare con sguardo fisso e stupefatto il defunto a pochi centimetri da lei.
Gli occhi grandi, incastonati in un viso ancora incerto tra adolescenza e
maturità, sembravano non volersi staccare dal volto placido e disteso
dell’uomo, un anziano signore dai radi capelli bianchi, naso dritto ed elegante,
la bocca ormai rilassata nel riposo eterno, ma da cui traspariva una molle e
indecifrabile dolcezza.
Con un sospiro, la madre poggiò la mano sulla spalla
della figlia. Povera piccola… perdere lo zio Tonio, che le era così
affezionato…
Lo zio Tonio… i ricordi si affollavano nella giovane
mente... le numerose volte in cui, un tempo, era venuto a trovarla,
portandole dolci e giocattoli di ogni genere e intrattenendola con la sua voce
melodiosa e affabulatrice, nonché le altrettante occasioni in cui i genitori
l’avevano affidata alle sue cure nei momenti di bisogno. Un sorriso amaro si
dipinse sul volto di lei, a sottolineare il rammarico per un mondo ormai
perduto… ma forse c’era qualcos’altro in quell’amarezza, qualcosa che non
riusciva a ricordare, eppure sembrava richiamarla da lontano, da tempi remoti,
sopiti dall’oblio…
…dominus tecum, benedicta tu in mulieribus…
I suoi occhi seguitavano a fissare lo zio, cercando
qualcosa senza rendersene conto. Di colpo si soffermarono su un piccolo dettaglio
apparso quasi per magia. Un parente si era alzato per sistemare meglio le mani
del defunto e, sollevandole appena, aveva scoperto la palma sinistra. Su di
essa, la ragazza intravide per un istante una strana chiazza rossa, forse una
voglia, dalla forma vagamente triangolare…
Drizzò il capo, come se una rivelazione l’avesse colpita
alla sprovvista. Le balenò alla vista l’immagine di un sogno ricorrente che
anni addietro l’aveva tormentata ma a cui non aveva mai saputo dare un
significato preciso: una chiazza rossa prima indistinta, poi sempre più nitida,
sempre più grande… diventava una mano, una mano enorme, che la accarezzava, sul
viso, sul collo, scendendo poi sul petto, sulla schiena, sulla pancia…ed ecco
il risveglio, affannoso, inquieto, accompagnato da un insolito dolore nelle
parti intime…
Sua madre si era voltata a guardarla… vedeva la figlia
affannosa, inquieta, mentre con una mano sembrava volersi coprire le pudenda…
Povera piccola…
..et lux perpetua luceat ei…
La ragazza tornò ad osservare il volto di zio Tonio, così
pacifico, addirittura angelico. Solo quelle labbra dolci ora assumevano un
risvolto del tutto diverso… grottesco. Gettò lo sguardo attorno a sé… avrebbero
mai saputo? E se così fosse, le avrebbero mai creduto?
No, nessuno avrebbe saputo… sarebbe stato il suo piccolo
segreto, la sua piccola vittoria… e sorrise di nuovo, ma in modo diverso: un
sorriso più sottile, più crudele, di chi assapora una dolce quanto misteriosa
vendetta finalmente compiuta…
…requiescat in pace, amen."
MAURO FRANZINI
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