Il
presepe artistico di Angelo Bertelli, a Manerbio, è un’attesa rituale quasi
quanto quella del Natale stesso. Come sempre, è stato allestito presso il
circolo ACLI locale, di cui Bertelli è il presidente. La creazione è stata
esposta durante la Shopping Night del 16 dicembre 2016. Data la situazione
sociale e geopolitica, l’artista ha pensato bene di ambientare la Natività a
metà fra un paesaggio nostrano e uno nordafricano.
Per rappresentare l’Italia, Bertelli
aveva scelto il tipico scenario pastorale dei presepi. Le case mostravano tetti
spioventi in coppi e pareti edificate in grandi blocchi, probabilmente di
pietra. Le finestre erano chiuse da impannate. Fra due costruzioni, correva una
terrazza che comunicava con una locanda. Dai balconi, si affacciavano ragazze
indaffarate - e un giovane appoggiava al muro una scala. Le pecore si
radunavano all’ombra o pascolavano su rilievi verdeggianti di muschio. Una
fonte d’acqua calda sgorgava, come sempre, sotto lo sguardo di oche e altri
pennuti. Per le vie di collina, s’inerpicava un frate. Tutt’intorno, gli
antichi mestieri protagonisti di molti presepi: il pastore (ovviamente), il
boscaiolo, il fornaio, il pescivendolo, il salsicciaio, la fruttivendola, la
venditrice di ceramiche, lo zampognaro. Curiosamente, proprio in questa metà
dello scenario - non in quella esotica - era collocata la tenda da cui
partivano i Magi, dopo aver salutato un’odalisca.
L’altra parte ricordava la casbah di
Algeri o le città arabe dell’immaginario comune. Case quadrate e biancheggianti,
con cupole o tetti piatti che fungevano da terrazze. Le finestre erano buie o
chiuse da grate, probabilmente per conservare un po’ di frescura. Al posto del
muschio, abbondava la sabbia. Le figurine umane si muovevano per vicoli
ombrosi. I portici erano ampi e accoglienti, a tutto sesto. Al di sopra delle
case, però, si ergeva un castello medievale tipicamente europeo, con cavalieri
in tenuta da Crociati: un cortocircuito geografico e temporale, che creava
ambiguità fra la Palestina e il Maghreb, fra i giorni nostri e il XII secolo.
Pubblicato su Paese Mio
Manerbio, N. 116 (gennaio 2017), p. 18.
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