L’apicoltura
può essere un’attività praticata per passione. L’Italia, con la sua varietà di
climi, si presta particolarmente bene alla produzione di svariati mieli
artigianali, con aromi diversi a seconda della flora dei luoghi. Della
provincia di Brescia sono caratteristici il miele d’acacia, di castagno, di
tarassaco, di millefiori, di rododendro, di tiglio, di melata (secrezione
vischiosa che si trova sulla vegetazione, in prossimità d’insetti che vivono di
linfa). L’A.P.A.B (Associazione per l’Apicoltura Brescia) offre assistenza
tecnica, presidi sanitari, una raccolta comune della cera, etichette,
strumenti, materiali illustrativi e organizza anche corsi presso l’Istituto
Tecnico Agrario Statale “G. Pastori” di Brescia. L’attuale presidente è Davide
Frugoni; uno dei vicepresidenti è il manerbiese Angelo Zanolini. Questi ha
cominciato a praticare apicoltura da autodidatta, grazie alle proprie letture.
«In famiglia, abbiamo sempre avuto la passione per gli animali. Ma non
possedevamo terra». La sua attività dura ormai dal 1982. Proprio lui ha
ottenuto il secondo posto alla 36^ edizione del Premio Giulio Piana - Grandi
Mieli d’Italia (18 settembre 2016): un concorso di produzione apistica a livello
nazionale, con una giuria di esperti in degustazione. Nello stesso ambito, è
risultato anche finalista per la regione Lombardia e concorrente per la sezione
“I mille mieli, i millefiori”, in cui la valutazione è stata affidata a
consumatori. Particolarmente apprezzata, nel prodotto di Zanolini, è stata la
nota di “albero del paradiso”: pianta infestante che, però, ha questo pregio.
Per gli alveari, vengono infatti scelti punti strategici, in modo che le api
prelevino il polline da determinate piante.
Dalla cera, Zanolini non trae
manufatti. Essa, grazie a uno stampo funzionante a mano, viene trasformata in
fogli da porre su telai di legno poi inseriti nelle arnie, perché le api vi
costruiscano il proprio favo.
Della propria attività, Angelo ama
non solo i prodotti (dolcissimi e salutari), ma anche il costante contatto con
la natura e lo scarso inquinamento. Peccato che, nell’apicoltura, sia
particolarmente incidente - sul mercato - la concorrenza sleale e di prodotti
contraffatti. Non tutti i Paesi - specialmente se extraeuropei - si curano del
benessere delle api o della qualità del miele. Negli Stati Uniti, in
particolare, l’agricoltura praticata su larghissima scala comporta un intenso impiego
di fungicidi e pesticidi (tossici sia per le api che per i consumatori di miele).
Particolarmente caro a Zanolini è il film-documentario di Markus Imhoof, “Un
mondo in pericolo” (2012; titolo originale: “More Than Honey”), che mostra
situazioni e difficoltà degli apicultori in vari luoghi del mondo. Come in
altri ambiti della vita, in questo campo si pone una scelta: espandersi e
arricchirsi, alle spese delle api e dei consumatori; oppure, rimanere a livelli
di attività modesti, ma assaporando tutta la dolcezza - è il caso di dirlo - di
una passione.
Pubblicato su Paese Mio
Manerbio, N. 114, novembre 2016, p. 16.
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