Quel “per sempre” è ricorrente, nell’opera di Mauro
Cesaretti (Ancona, 1996). Giovanissimo, ha un sorprendente curriculum:
teatro, pianoforte, canto moderno e corale, giornalismo, guida turistica,
critica cinematografica. Nel 2013, ha iniziato un tour letterario, col
cantautore Alessandro Pellegrini e altri artisti. Grazie al ballerino Luca
Marchetti, trasforma la poesia in linguaggio del corpo. Su YouTube, per
l’appunto, questo esperimento è “Body Poetry”.
Nel 2013,
per la casa editrice Montag, è uscita la sua raccolta poetica Se è Vita, lo
sarà per sempre. Era il primo volume della trilogia “L’Infinito”. Ora, è la
volta di Se è Poesia, lo sarà per sempre (Montag, 2015).
Il titolo
della trilogia è visibilmente leopardiano. E quell’ “Infinito” apre anche la
seconda silloge: “Un nero infinito / che avvolge la luce…” (Accende l’invisibile,
vv. 1-2).
L’introspezione,
l’umor cupo e il volo dell’immaginazione lasciano però la forma ampia e
melodiosa della canzone leopardiana, per sposare quella del frammento. I
pensieri della sera sono quattro versi, concentrati e solidi come quelle
“rocce sulla coscienza” (v. 1) in cui consistono i “ricordi”. In un canto più
disteso si snodano Il richiamo della sconfitta, o i pensieri che corrono
Invano. Per esprimere L’istante immortale, invece, basta una
parola: “Scattalo”. Bisogna infatti stare attenti ai grandi doni: rischiano di
perdersi “tra gl’ingranaggi del tempo” (v. 2), come Il genio.
Più volte,
tra i versi di Cesaretti, occhieggia la morte. Il poeta fa Ritorno al
cimitero, per cercare il proprio mondo dentro “un cuore di ceramiche
rubate” (v. 1). Altre volte, il sentimento dell’ineluttabilità si condensa in
un Dio, per il quale l’uomo è “periferica e stercoracea mota” (Dio che con
l’amor m’uccidi, v. 11). Ma L’anima angelica è in grado di
innalzarsi “al beneficio/di cui tutti portiamo rancor” (vv. 8-9). Il rimorso è
una croce che impedisce questo viaggio. Con un’immagine di disarmante
semplicità, Cesaretti riassume la propria vita spirituale:
L’ombraDietro a un alberoc’era una stradasimile alla mia anima.Nasceva da sé, maperdeva i contorni.Si scarcerava nell’aria.Il sole irraggiavala chioma ogni dì,assumendo le solitepose, ma diversoera il buio specchiatosul carco terreno.
Più antica (già petrarchesca) è la metafora del mare in
tempesta, per descrivere le vicissitudini della psiche. Anche a questa ricorre
più volte il poeta.
La raccolta
culmina nel canto dell’innocenza, The Song of Innocence, appunto: “Non
sarò altro che una pagina sfogliata / nei ricordi d’un passato labile e ingenuo
/ quando questo foglio verrà spazzato via / da questa strada recondita e
innocente” (vv. 1-4).
Il poeta è
dunque effimero, come ogni essere umano. Ma la sostanza della poesia appartiene
all’anima, quella realtà capace di toccare l’Infinito. Per questo, se è poesia…
lo sarà per sempre.
Commenti
Posta un commento
Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.