Cuore sacro
La serie di mostre “In Essere 3 – Desiderio di bellezza”
prosegue felicemente al Bar Borgomella di Manerbio. Non avrebbe potuto mancare
l’esposizione collettiva dedicata al Natale, un periodo dell’anno in cui il
suddetto “desiderio di bellezza” si fa particolarmente intenso. Dal 17 dicembre
2023 al 20 gennaio 2024, i manerbiesi hanno l’occasione di ammirare le opere di
diversi artisti locali sul tema. Degno di nota è il contributo anonimo di
svariati amici e ammiratori dell’iniziativa: stendardi realizzati con i loro
lavoretti in tela dorata. Questa era l’opera collettiva “Cuore Sacro”. A forma
di cuore è anche il dipinto di Zefirino Buono intitolato “Il bacio”: due volti
si uniscono a formare proprio il suddetto cuore. Una Madonna col Bambino è
invece la “Madre della tenerezza” raffigurata da Luciano Baiguera, ideatore e
organizzatore di “In Essere”. Spartana in apparenza è “Vengo per te” di
Alessandra Comaroli: un collage di garza e foglia d’oro. Allude all’impagabile
amore che si manifesta curando le ferite di qualcuno. Marcella Bertoli ha proposto
un altro collage, “Con occhi nuovi”: ritagli di rivista realizzano immagini
femminili varie, ma tutte d’aspetto sacro e regale. Un po’ più convenzionale è “Il
nido” di Vanessa Anzoni: una nidiata di uccellini riceve un filo d’oro dalla
madre, mentre due rami d’agrifoglio incorniciano la scena. Quest’ultima pianta
è simbolo del permanere della vita durante l’inverno, anche perché le sue
bacche nutrono proprio gli uccelli; l’oro è l’elemento perenne per eccellenza.
Apparentemente inquietante è “Tra noi e l’infinito” di Fabiana Brognoli: su un
fondo nero e rosso, figure umane si allungano e si disincarnano, fino a
raggiungere connotati spettrali. L’intento non è quello di spaventare, ma di
mostrare l’anelito umano a ciò che è “alto”. Il fotografo Fabio Sterza ha
disposto i suoi scatti dell’aurora boreale a forma di albero di Natale,
realizzando appunto un “Natale boreale”: quale modo migliore di mostrare il
“miracolo della luce” nelle notti invernali? Anche il Fotoclub di Leno ha
contribuito con tre immagini: una “Madonna” in carne ed ossa, un uomo anziano
inginocchiato davanti a una croce e una capanna nella neve. Che sia un presepe
moderno? Omaggio a Heba Zagout
“Glowing
Hope” di Cristina Brognoli è un’angosciante colonna nera, ma con un cuore tondo
e scintillante: la speranza che non va perduta. Matteo Lupatelli ha realizzato
schizzi di svariati angoli di Manerbio – dato che la bellezza va vista
soprattutto in ciò che ci è vicino. Lorena Lamagni ha dipinto il “Delirio di
onnipotenza”: figure umane anonime passeggiano sotto le sfere celesti,
inscritte in un immenso albero di Natale (l’albero dell’universo?). Cosa stanno
facendo quegli umani? Sognano di poter dominare tutto ciò? O nemmeno si
accorgono della propria piccolezza davanti al cosmo?
Peculiare
è la “scultura” di Luigi Viviani, “Ouverture”. Una colonna nera, illuminata
all’interno, supporta un puzzle incompleto, che pare quasi intento a ricomporsi
da sé. S’indovina un’immagine sacra ancora in divenire. Il titolo rimanda al
brano che apre un’opera lirica, quindi all’inizio di una storia (e di un mondo).
Che voglia alludere alla Creazione?
Quello
che più colpisce il cuore, nonostante i suoi colori squillanti, è l’acquerello
di Oriella Savoldi: un omaggio alla pittrice palestinese Heba Zagout, morta
sotto i bombardamenti. La scena primaverile con colomba è l’espressione del suo
ardente bisogno di pace: un “regalo di Natale” ancora di là da venire.
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