Non capita spesso di poter ascoltare un concerto gospel dal vivo a Manerbio. Perciò, quella di domenica 3 dicembre 2023 è stata una piacevole novità. Nella chiesa parrocchiale, si è esibito il coro “Gospel Time Choir” di Nuvolera, diretto da Gianluca Cavagna. L’iniziativa è stata voluta dall’Assessorato alla Cultura.
Innanzitutto,
cos’è il gospel? Spesso, viene confuso con gli spirituals, i canti religiosi
creati dagli schiavi neri in America agli inizi dell’Ottocento: strutturati a
responsorio, esprimono la durezza della schiavitù e la speranza di una
condizione migliore nell’aldilà. Questo genere ne ha poi influenzati altri,
quali il blues e il gospel, appunto.
Le
origini del gospel (letteralmente, “Vangelo”) risalgono probabilmente fino ai
primi del Settecento, coi salmi presbiteriani in gaelico scozzese
caratteristici delle Isole Ebridi. Il suo incontro con gli schiavi africani in
America (ormai cristianizzati) e coi loro canti religiosi diede origine a
quello che oggi conosciamo come gospel. Questi sono solo alcuni cenni a una
storia complessa e non priva di rapporti anche con altri generi qui non
menzionati, quali il ragtime. Il gospel esprime un mondo in cui la religiosità
era inscindibile dalla vita quotidiana e un fondamentale momento di
socializzazione, oltre a dare un po’ di sollievo in una realtà da incubo. Ne
derivano la sua grande energia e la sua capacità di coinvolgimento emotivo.
Del ricco repertorio esistente, il Gospel Time Choir ha proposto a Manerbio canti
trionfali come “Right On King Jesus” e di lode come “Let Anything That Has Breath
Praise the Lord” e “Total Praise”. Certamente più famosi erano i brani tratti
dal fortunato film “Sister Act” e dal suo seguito: “I Will Follow Him” e
“Joyful Joyful”. Dato che il coro di Nuvolera ama un po’ di sane
contaminazioni, c’è stato posto anche per pezzi non propriamente gospel, come
il natalizio “Mary Did You Know” o “Thinking Out Loud” di Ed Sheeran, eseguita
a tre voci. Durante l’intensa serata, sono stati poi eseguiti “Our God”, “Take
My Hand, Precious Lord” e “All In His Hands”. “Silent Night” è un brano
natalizio che non ha bisogno di presentazioni. “Ain’t No Mountain High Enough” esprime
l’impossibilità di rimanere separati, quale che sia la distanza (in questo
contesto, indica ovviamente la connessione tra il fedele e Dio).
Da
“Rent” (1996), il primo film musicale rock, era tratta “Seasons of Love”.
“Stand Up” era invece tratto da “Harriet”, film sulla vita di Harriet Tubman (1822 – 1913) una
ex-schiava afroamericana, nonché attivista per l’abolizione della schiavitù.
“Even Me” esprimeva il desiderio di ricevere una benedizione, mentre “Jehovah
Sabaoth” era tratta da tre salmi (91, 27 e 34) e parlava del “Signore degli
Eserciti”. Prima di congedare il pubblico, il Gospel Time Choir ha eseguito
altri due brani: “Lean on Me” (espressione di fratellanza) e il celeberrimo “O
Happy Day”. La serata ha mostrato la ricchezza e la forza di un genere musicale
che, forse, vedrà crescere il numero di appassionati in loco.
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